Asti docg in crisi profonda. Assomoscato denuncia: prevedibili perdite per 40 milioni di euro, cantine, vigne e colline Unesco a rischio. «Urge un cambio al vertice». Del Consorzio?

inserito il 29 Giugno 2016

Gli echi dell’assemblea generale dei produttori di Moscato d’Asti (Assomoscato) che si è svolta in questi giorni a Santo Stefano Belbo, nel Cuneese, rispecchiano la situazione tutt’altro quieta e produttiva di un comparto che si ritrova a fare i conti con una durissima crisi di vendite.

Giovanni Satragno

Giovanni Satragno

Agli oltre 300 produttori presenti, secondo quando riferito da Assomoscato, Giovanni Satragno, da oltre un decennio alla guida dell’associazione, si è rivolto con parole durissime:  «Si è voluto produrre troppo, sbagliando e non sono stati fatti investimenti per promuovere le vendite – ha detto -. E’ una crisi fallimentare quella in corso. Serve un cambio ai vertici» ha proseguito, ma nella nota non si specifica a quale organismo Satragno si riferisca. Verosimile che il presidente alluda al Consorzio dell’Asti. Del resto la situazione moscato è sempre di più critica. Nella sua relazione Satragno ha sottolineato l’impatto che potrebbe avere la crisi del Moscato d’Asti sui territori di produzione. «Molte cantine potrebbero chiudere – ha affermato – e come se non bastasse le nostre colline, molte delle quali patrimonio Unesco, non solo rischiano di non essere più curate, ma si potrebbe arrivare all’abbandono e al conseguente dissesto». I dati forniti da Satragno confermano l’involuzione: calo del 30% delle entrate per il comparto agricolo e che, da quest’anno in poi, potrebbe portare a una perdita di circa 40 milioni di euro dalle casse dei produttori. «Negli ultimi quattro anni, inoltre, si è registrato un calo di produzione di circa 25 milioni di bottiglie» ha precisato il presidente della Produttori Moscato.

Insomma un quadro fosco quello dipinto da Assomoscato che preoccupa tanto di più perché a due mesi dalla vendemmia.

SdP

1 Commento Aggiungi un tuo commento.

  1. giovanni bosco 29 Giugno 2016 at 19:48 -

    La parte industriale sta preparando un bella ” sciabolatura”
    al reddito del nostro territorio…sarà un record senza diploma.

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