Asti Secco. Un forum a Santo Stefano Belbo per dire no alla guerra delle bollicine col Prosecco. Ferrero (Regione): «Non copiamo nessuno». Dal Consorzio progetti pro Usa. In Cina invece…

inserito il 21 Febbraio 2017

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Un forte no alla guerra delle bollicine con la “corazzata” Prosecco, «Non vogliamo compiare nessuno» e programmi di promozione all’estero.
È girato attorno a questi due temi centrali il forum sulla nuova denominazione Asti Secco che si è tenuto ieri a Santo Stefano Belbo.
Padrone di casa il sindaco del paese, Luigi Icardi, che è anche presidente dell’associazione Comuni del Moscato, il gruppo di 52 centri della zona di produzione.
Relatori sono stati l’assessore regionale all’Agricoltura per la Regione Piemonte, Giorgio Ferrero e il direttore del Consozio di Tutela dell’Asti, Giorgio Bosticco.
Ferrero ha confermato l’impegno della Regione a supportare il progetto, «Per un rilancio dell’intera filiera, lontano da sospetti di fare concorrenza a prodotti come il Prosecco che non devono temere una docg nascente come quella dell’Asti Secco. Anzi – ha affermato l’assessore – credo che tutte le bollicine italiane concorrano al made in Italy».
Insomma un Ferrero in versione pompiere con una bella dichiarazione di pace dopo le parole, non proprio amichevoli, del presidente del Consorzio del Prosecco doc, Zanette, che avevamo riportato già qui.
Sulla stessa lunghezza d’onda, con, tuttavia, qualche sussulto d’orgoglio sabaudo, anche le dichiarazioni di Bosticco, che ha sottolineato come il disciplinare dell’Asti Secco, «che sarà una docg», sia inattaccabile «dal punto di vista normativo e legale».
Inoltre il direttore del Consorzio, ribadendo l’assoluta originalità dell’Asti Secco, ha annunciato programmi di valorizzazione all’estero, soprattutto negli Stati Uniti con un investimento da 6 milioni di euro.
E a chi gli ha chiesto del progetto Cina, lanciato 3 anni fa per l’Asti docg nella classica versione dolce, con risorse importanti, ha risposto: «Non tutte le ciambelle riescono con il buco. In Cina siamo andati prima con le aziende medio-piccole, poi con le grandi e tuttavia ci siamo trovati davanti a grossi problemi di mercato nonostante i consumatori cinesi amino l’Asti».
Ma la Cina non sarà abbandonata, Bosticco, infatti, ha confermato la partnership con la Ferrero per una vendita dell’Asti docg accostata al Rocher, la pralina di cioccolato che è il prodotto di punta del colosso dolciario albese nel Paese della Grande Muraglia.
Per quanto riguarda gli interventi del pubblico (oltre 200 persone tra vignaioli, manager e imprenditori vitivinicoli) da segnalare quelli di Paolo Ricagno, presidente del Consorzio del Brachetto e per anni a capo di quello dell’Asti che ha rimarcato la necessità di valorizzare l’Asti Dolce e Secco nella zona di produzione; Ivano Andreos (Cia Asti) che ha posto l’accento sulla necessità di ridare un reddito equo ai viticoltori (nell’ultimo anno hanno perso 2500 euro ad ettaro su un reddito complessivo attorno ai 10mila euro lordi); Fabrizio Rapallino della Coldiretti ha ribadito l’originalità del progetto Asti Secco rispetto al Prosecco e esortato a promuoverne un consumo costante e slegato dalle feste (un po’ il problema dell’Asti dolce).
Un paio di voci fuori dal coro quelle del sindaco di Calosso, Giuseppe Ugonia, che ha avanzato dubbi sul legame tra Asti Secco e territorio, subito, però, smentito da Bosticco; e Giovanni Bosco, presidente del Ctm, il Coordinamento terre del moscato, che ha provocatoriamente ipotizzato che i problemi dell’Asti docg dolce che negli ultimi tempi ha avuto vendite in flessione, sia da imputarsi al nome “Asti” e chiesto chi pagherà la pubblicità per l’Asti Secco.
Polemiche a parte, che nel mondo del Moscato non mancano mai, il forum di Santo Stefano Belbo è servito per dare un segnale di esistenza di una filiera che sta cercando di mettere ordine nelle proprie fila, con una parte agricola che tenta l’unità dopo tante strazianti guerre intestine, e una parte industriale che è chiamata a dimostrare di essere davvero interessata a rilanciare Asti, sia nelle tipologia dolce sia in quella secca o dry come qualcuno ha detto, assessore Ferrero compreso, a Santo Stefano Belbo.

SdP

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