Asti spumante sulla graticola: guerra di bollicine o bagarre di bottega? Sui giornali i primi commenti dopo il botta e risposta (inopportuno) tra Fontanafredda e Consorzio di tutela

inserito il 3 Aprile 2009

Commenti sul tema se l’Asti spumante sia o no al centro di una deriva verso una qualità e un’immagine opache. Noi di Sdp abbiamo commentato “a botta calda”, giudicandola quanto meno inopportuna, l’intervista doppia, pubblicata il 2 aprile, giorno di apertura del Vinitaly di Verona, sulle pagine nazionali de La Stampa, a Giovanni Minetti, manager Fontanafredda, e Emilio Barbero, manager Campari e presidente uscente del Consorzio di tutela dell’Asti. Il primo ha parlato di prodotto svilito nella qualità e nei prezzi, auspicando meno quantità, più qualità. Insomma nulla di nuovo, sono cose si sentono da anni. Il secondo ha difeso l’operato del Consorzio, l’accordo interprofessionale e il piano di rilancio in atto. Anche qui cose già sentite e dette. I commenti a questo duello a distanza li ha pubblicati, il 3 aprile, ma solo in una pagina locale, sempre La Stampa. Sentita la Produttori Moscato (2 mila viticoltori iscritti) che, in sostanza, ha sposato la tesi di Sdp secondo la quale la polemica non fa bene all’Asti; e Romano Dogliotti, griffe del Moscato e dell’Asti, da sempre impegnato anche nel Consorzio che ha lanciato un appello per evitare contrapposizioni inutili. Insomma una sortita, quella di Fontanafredda che, a ridosso del Vinitaly, con tutto il mondo che guarda al vino italiano, si poteva evitare.

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