Barbera d’Asti, un futuro da enostar, tra verticali epiche, barbatelle autoctone e celebrazioni per la “prima” del Nizza docg

inserito il 23 Giugno 2016

160617vinchioUBE056

La Barbera d’Asti sta vivendo una stagione fortunata, almeno dal punto di vista della promozione e della valorizzazione. Nonostante ancora il prezzo dell’uva non premi i viticoltori e solo le partite migliori riescano a spuntare prezzi vicini a quelli del moscato che, dopo il nebbiolo da barolo, checché se ne dica resta l’uva meglio venduta (attorno ai 10 euro al miriagrammo), sono tante le Cantine che cominciano a puntare seriamente sulla “signora in rosso” citando una fortunata similitudine coniata anni fa in quel di Nizza Monferrato. E proprio da quelle parti segnaliamo la Cantina di Vinchio & Vaglio che da sempre, anche in tempi non sospetti, ha creduto nelle potenzialità della Barbera d’Asti. Tanto da lanciare un “progetto Piemonte”, quello cioè di una Barbera quotidiana da proporre come vino di tutti i giorni ma con caratteristiche qualitative proprie della Barbera, e uno spumante metodo classico dalla stessa uva. Ora il presidente dell’enopolio, Lorenzo Giordano, annuncia una verticale di Vigne Vecchie, Barbera d’Asti testa di serie delle Cantina astigiana. Ne parla nel video che pubblichiamo. D’altra parte anche la Cantina Sei Castelli, zona Castelnuovo Calcea/Agliano, da sempre lavora uve barbera. Con un occhio alla sperimentazione agronomica tesa a allevare viti il più possibile autoctone. È questo lo scopo delle microvinificazioni a cui noi di SdP abbiamo partecipato, portate avanti d’intesa con i ricercatori dell’Università di Torino guidati da un’eminenza grigia del mondo eno-scientifico qual è Vincenzo Gerbi. Dice a SdP Enzo Gerbi, solo omonimo del prof. e direttore della Sei Castelli: «La nostra sperimentazione per selezionare individui il più possibile autoctoni di queste colline stanno procedendo. Confidiamo che tra un paio di anni avremo le prime barbatelle “aglianesi” di barbera da mettere a disposizione dei nostri soci». Un passo in più verso la territorialità, unica “arma letale” in mano ai produttori di vino piemontesi per contrastare la globalizzazione. Infine, ma non per ultimo, da ricordare la celebrazione che si farà a Nizza il primo luglio. Con la manifestazione “Nata il primo luglio” l’associazione de Il Nizza, che raggruppa i produttori di quella che è ormai una vera denominazione nata dalla galassia Barbera d’Asti celebra a Nizza Monferrato, capitale della “rossa”, il primo giorno, appunto il primo luglio, utile per commercializzare l’annata 2014 perché, come da disciplinare, il Nizza ha bisogno di 18 mesi di affinamento prima di essere venduto. Inoltre proprio dall’annata 2014 che sarà posta in vendita i produttori potranno mettere in etichetta la sola menzione “Nizza”, un successo per un gruppo che ha promosso al meglio una soprazona che lo merita. In programma cena sotto le stelle con chef stellati e musica dal vivo. Info: qui. E poi c’è chi dice che da queste parti non succede mai nulla.
SdP (video e fotografie: Vittorio Ubertone)

Lascia un Commento


I commenti inviati non verranno pubblicati automaticamente sul sito, saranno moderati dalla redazione.
L’utente concorda inoltre di non inviare messaggi abusivi, diffamatori, minatori o qualunque altro materiale che possa violare le leggi in vigore.
L’utente concorda che la redazione ha il diritto di rimuovere, modificare o chiudere ogni argomento ogni volta che lo ritengano necessario.