«La qualità paga sempre», Lorenzo Giordano, presidente della Cantina di Vinchio e Vaglio, uno dei cuori del Monferrato astigiano, affida a questa frase la sintesi della giornata di celebrazioni che l’enopolio ha dedicato al suo vino più rappresentativo, la Barbera d’Asti Vigne Vecchie messa in bottiglia per la prima volta nel 1987, con la benedizione dell’enologo Giuliano Noè, uno che di grandi vini ne ha tenuti a battesimo molti.
La cronaca della festa è presto fatta: la degustazione di nove annate di Vigne Vecchie presentate da giornalisti responsabili di guide ed esperti del settore, le testimonianze di Giordano e Noè sulla vita del Vigne Vecchie, dal primo vagito all’età adulta, il convegno sulla Barbera d’Asti docg, il vino che oggi ha molte promesse da mantenere, come ha detto a SdP lo stesso Giordano nell’intervista che pubblichiamo qui sotto.
Insomma nella giornata dedicata a Vigne Vecchie c’è stata tanta voglia di affermare le vocazioni enoiche di una realtà, come quella della Cantina di Vichio e Vaglio, che, anche recentemente, ha raccolto consensi in Italia e all’estero. Il fatto è che affermare non basta. Bisogna dimostrare nei fatti di essere competitivi, per dirla con l’allenatore della Nazionale di calcio, Gian Piero Ventura.
SdP
L’intervista a Lorenzo Giordano
Le fotografie