Comuni del Moscato. Ancora no all’ingresso di Asti città nella zona di produzione delle uve docg. Mappa e un marchio per le vigne epiche dei “sorì”

inserito il 29 Giugno 2020

Si torna a parlare del progetto di fare entrare la città di Asti nella zona di produzione delle uve moscato che servono per fare l’Asti spumante e il Moscato d’Asti docg. È una vecchia querelle che costò soldi e molte polemiche anni fa. Ora se ne è tornato a parlare e ne dà notizia, con una nota ufficiale, l’Associazione dei Comuni del Moscato, guidata dal sindaco di Strevi, Alessio Monti e che raggruppa i primi cittadini e gli amministratori dei 51 Comuni della zona classica di produzione.
Nel comunicato dei Comuni si parla anche del progetto di una nuova mappatura dei “sorì”, le vigne più storiche e impervie e di un logo che le identifichi e valorizzi. Ecco il testo.

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Alla riunione del Consiglio Direttivo della Associazione Comuni del Moscato, avvenuta giovedì 25 giugno, si è aperta una finestra sul passato, discutendo nuovamente dopo tanti anni sulla questione dell’inserimento del Comune di Asti nella zona di produzione del Moscato d’Asti Docg. L’occasione è stata data da una recente dichiarazione proprio del Comune di Asti che ha nuovamente manifestato, in un incontro in videoconferenza a cui ha partecipato anche il Consorzio di Tutela, le associazioni di categoria Coldiretti Asti e Confagricoltura Asti e il nostro presidente dell’associazione dei sindaci del Moscato Alessio Monti, la volontà di far parte del territorio del disciplinare. La posizione dei sindaci del Consiglio Direttivo è stata netta: si è assolutamente contrari a questa idea che il Comune di Asti ha rispolverato, e se si vogliono cercare delle motivazioni si possono ricordare quelle già espresse nel tempo passato, quando la querelle su questa questione era parecchio accesa: esiste una difesa delle regole, dei giusti principi e dei caratteri storici e colturali che identificano l’attuale territorio di produzione, si tratta di difendere i diritti e il lavoro dei produttori dei cinquantuno Comuni che oggi fanno parte del disciplinare, anche contro una eventuale non voluta estensione di produzione.

Il Consiglio Direttivo ha anche posto sul tavolo di discussione un aggiornamento sui lavori della Commissione Sorì che stanno procedendo con l’esecuzione della mappatura, ma soprattutto sul marchio collettivo che l’associazione intende registrare: per questo motivo sarà affidato ad un avvocato l’iter per la registrazione, oltre ovviamente alla creazione dello stesso marchio da parte di uno studio grafico. Positivo è stato anche il confronto avvenuto giorni fa con diversi produttori del territorio, ai quali si è presentato il piano di lavoro di questo progetto che intende valorizzare nel modo migliore i preziosi vigneti di Moscato che, in questo caso, rappresentano una operatività eroica. Sarà invece da valutare il riscontro che si dovrà avere sul campo relativamente agli appezzamenti coinvolti, cosa che sarà certamente definita nel momento della richiesta da parte dei produttori.

In conclusione, si sono commentati i dati di mercato del comparto aggiornati al 18 giugno: parlando di contrassegni consegnati si ha un +10% per l’Asti un -6% per il Moscato d’Asti. Sono dati molto simili a quelli dello scorso anno e un po’ sorprendono, visto il periodo negativo dovuto al COVID-19. Rimane l’attesa per la definizione dei numeri di ricavi e rese che riguarderanno l’imminente vendemmia.

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