Ecco l’Agricoltura 2.0. No alla cultura del lamento. Guardiamo davvero insieme al futuro

inserito il 25 Marzo 2015

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«I vecchi schemi sono superati. Basta con la logica del lamento. Basta passare per quelli che difendono gli interessi dei latifondisti anti cambiamento. Noi ora siamo l’organizzazione rurale più dinamica che c’è in Italia». Così, Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura all’assemblea provinciale di Confagricoltura Asti che si è svolta venerdì, 20 marzo, a Villanova d’Asti.

Alla tenuta Valminier oltre 300 agricoltori attenti a ogni una battuta del «forum» di Confagricoltura Asti sul futuro di questo comparto.

Sul palco, oltre a Guidi, Giovanni Ajassa, economista di Bnl; il deputato Massimo Fiorio, vicepresidente della CommAgri della Camera; Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura; Oreste Invernizzi, dirigente di Bnl, Marco Gabusi, vicepresidente della Provincia e sindaco di Canelli. I saluti del Comune viillanovese li ha fatti l’assessore comunale di Villanova, Enrico Trinchero; quelli del “padrone di casa” sono toccati a Massimo Forno, presidente provinciale di Confagricoltura che nella sua relazione ha puntato sulla “voglia di futuro” degli imprenditori agricoltori. Fiorio ha ricordato il nuovo testo unico sul vino che è stato presentato al Vinitaly in corso a Verona, e di cui Fiorio è stato principale promotore. Ferrero ha rimarcato gli interventi che la Regione Piemonte metterà in campo a sostegno degli imprenditori agricoli.

Il «numero uno»

Guidi, nel suo intervento finale, ha richiamato tutti ai propri ruoli e gli agricoltori all’orgoglio di essere una filiera fondamentale per il Pianeta con riferimenti espliciti all’Expo di Milano che ha come tema proprio il cibo.«Dobbiamo essere stare passo con i tempi che viviamo – ha detto Guidi -. Un certo modo di fare agricoltura appartiene ormai al passato, ad un tempo che non tornerà più. Dobbiamo cambiare registro: smettere di autocommiserarci ed essere propositivi. Non serve chiedere soldi a pioggia, ma norme e strumenti per un mercato che cambia. Non siamo Panda in via di estinzione. Dobbiamo imparare a mettere in rete le imprese e offrire ai giovani opportunità vere di lavoro. Non è mistificando il concetto di tradizione che si incentivano le nuove leve ad avvicinarsi all’agricoltura. Nel nostro lavoro serve la testa; per creare prodotti e fare mercato occorrono ingegno e tecnologia». Per Guidi la globalizzazione non deve spaventare, ma anzi essere di stimolo anche in campo agroalimentare: «Dobbiamo andare verso una visione internazionale del nostro mestiere – ha affermato il presidente nazionale di Confagricoltura -. E non è vero che la qualità da sola paghi. È una componente, ma non la sola. Deve essere abbinata a programmazione e progetti e basta con impalcature obsolete come certi Consorzi, un certo modo di fare associazionismo. Guardiamo davvero insieme al futuro» ha concluso Guidi.

 

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