Eno-pirati su Asti e Prosecco. Dopo la denuncia di SdP i Consorzi piemontese e veneto alleati contro i tarocchi ucraini. Intanto in Cina…

inserito il 26 Ottobre 2015

Un inedito patto tra Piemonte e Veneto per difendere Asti e Prosecco. Come dire da concorrenti ad alleati contro i pataccari che commercializzano in Ucraina (e non solo) spumanti che imitano le bollicine italiane.È l’ultimo episodio di “italian sounding” del vino che noi avevamo denunciato nel giugno scorso (leggi qui). Ora il direttore del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti, Giorgio Bosticco annuncia contromisure in grande stile. «In Ucraina – dice – ci sono imitazioni pacchiane ed evidenti di grandi brand piemontesi e veneti dell’Asti e del Prosecco. Abbiamo avviato subito un’azione legale d’intesa con il Consorzio veneto. Inoltre – aggiunge Bosticco – a breve sui giornali ucraini comparirà una nostra campagna stampa con la quale illustreremo ai consumatori di quel Paese le vere bottiglie di Asti». Lo scopo è quello di evidenziare, anche dal punto di vista visivo, le differenze tra i falsi e i veri Asti docg. E c’è pure da sottolineare, notizia nella notizia, l’alleanza tra piemontesi e veneti che potrebbe andare, finalmente, verso sinergie virtuose che farebbero il bene dell’intero comparto del vino italiano.

Le bottiglie di falsi Prosecco e Asti scovate in Ucraina

Le bottiglie di falsi Prosecco e Asti scovate in Ucraina

Del resto non è la prima volta che l’Asti docg, insieme ad altri vini italiani, è oggetto di imitazioni. Nel 2011, mentre era presidente del Consorzio di tutela Paolo Ricagno, in Russia erano stati scoperti falsi Asti per 5 milioni di bottiglie. Un boom di tarocchi contro il quale il Consorzio aveva intentato poderose cause legali. Lo stesso anno SdP aveva denunciato i tarocchi brasiliani (leggi qui) dell’Asti. E nonostante tutto i carioca non hanno smesso come denunciato da una nostra recente inchiesta sul web (leggi qui). È evidente, quindi, che l’Asti docg, e in parte anche il Moscato d’Asti, resti prodotto con un enorme appeal per i mercati esteri, tanto da essere oggetto di continue imitazioni truffaldine. Intanto il Consorzio dell’Asti proseguirà la promozione in terre straniere, Cina su tutti. Nell’area di Shanghai, anche quest’anno per la terza edizione, si farà il contest musicale “Lady Asti” con migliaia di aspiranti cantanti. È una sorta di “X Factor” in salsa cinese organizzato dal Consorzio astigiano che mira ad eleggere un’ambasciatrice canora con gli occhi a mandorla delle bollicine dolci piemontesi. Lo scopo è favorire le vendite dell’Asti in Cina, un mercato enorme, che fa gola a molti, ma che non sembra essere facile da conquistare. ladyasti Rivela Bosticco a SdP: «Noi, però, quest’anno siamo riusciti a coinvolgere grandi marchi, come Martini & Rossi, Gancia e Campari. Presenteremo l’Asti con il loro aiuto e con quello delle altre aziende che già ci affiancano nel progetto Cina». Insomma l’Asti non molla il Paese della Grande Muraglia visto come una specie di eno-Eldorado. Il problema, però, sembrano essere tutti i mercati, Italia compresa, dove lo spumante dolce italiano “più brindato al mondo” sembra segnare flessioni che preoccupano. «Per la prima volta le proiezioni indicano una quota di Asti molto al di sotto nei 70 milioni di pezzi» ha detto Bosticco in un forum. Le voci dalle cantine parlano di stime finali per fine 2015 di 60 milioni per l’Asti docg e di un Moscato “tappo raso” che, sull’onda di una “Moscatomania” che non accenna a diminuire (come qualche gufo aveva previsto anni fa) porrebbe sfiorare i 30 milioni di bottiglie. C’è, tuttavia, da chiedersi se basterà la “sindrome cinese” a rilanciare le vendite globali dell’Asti. Forse no, ma in tanti sperano sia un buon viatico.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

1 Commento Aggiungi un tuo commento.

  1. giovanni bosco 27 Ottobre 2015 at 08:43 -

    Il Moscato d’Asti Spumante è a due passi per risolvere il problema. Basta un piccolo atto di volontà, la soluzione è dietro l’angolo.
    Buon Moscato d’Asti Spumante…, prima che sia troppo tadi, dietro l’angolo ci sono anche gli 80 q.li per ettaro…

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