Esclusiva. Parla Gianmario Cerutti, presidente dei produttori del Canelli docg: «Il nostro vino opportunità per tutti a difesa di un’identità territoriale e storica»

inserito il 17 Aprile 2019

cerutti

Non vuole sentir parlare di divorzio, Gianmario Cerutti, enologo e produttore vitivinicolo, presidente dell’associazione dei produttori del Canelli docg, la nuova denominazione che da pochi giorni ha un proprio disciplinare, un proprio areale di produzione con rese e norme tagliate sul profilo di una selezione da uve moscato che promette di essere diventare uno dei gioielli enologici del Piemonte.
«Diciamo – dice Cerutti a SdP – che siamo come un figlio maggiorenne che abbandona la casa dei genitori, con cui resta sempre in contatto, per fare la propria vita». 
Il paragone calza a pennello e sembra replicare quello che accadde anni fa per l’altra docg territoriale che coinvolge questa zona di Sud Piemonte tre le province di Asti e Cuneo, il Nizza docg da uve barbera.
Nell’intervista che pubblichiamo qui Cerutti non fa mistero della voglia che Nizza e Canelli docg si alleino almeno in campo enologico (le due città astigiane della Valle Belbo sono state sempre un po’ rivali). «La speranza è che un giorno si possano avere azioni di promozione condivise» dice. E la cosa sembra davvero fattibile visto che molti associati del Nizza docg saranno anche produttori del Canelli docg e viceversa.
Intanto ad accomunare le zone delle due nuove docg sono gli interessi di nuovi investitori che arrivano non solo dall’estero, ma anche dalla zona del Barolo. Di barolisti che hanno acquistato appezzamenti di Nizza docg ce ne sono, uno per tutti, Gianni Gagliardo. Ora si starebbero facendo avanti anche per produrre Canelli docg. Un segnale di attenzione alla qualità assoluta che nasce dagli storici vitigni autoctoni. Non male.
Ecco la video intervista a Gianmario Cerutti.

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