Evento. Dal 12 al 13 luglio a Neviglie (Cuneo) c’è Good Wine 2019 tra degustazioni, arte cultura e un forum sul rapporto vino, salute, benessere e piacere

inserito il 4 Luglio 2019

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Non per essere banali, ma la banalità del concetto che il vino faccia bene alla salute dobbiamo superarlo. Ci provano quelli di Good Wine, rassegna che ogni estate, da quindici anni, anima il paese di Neviglie, nella Langa cuneese.
La manifestazione non è la solita sagra paesana, sia detto con tutto il rispetto per quelle feste che, al di là di un becero modo di dire, sono la vera ossatura dell’accoglienza italica. Good Wine è, infatti, sì momenti conviviali con la Pro loco, insieme a tanti altri volontari, che la fa da padrona, ma è anche iniziative artistiche di alto livello e, nella sua parte centrale, cioè quest’anno il 13 luglio, un forum che ogni anno affronta temi sensibili in ambito vitivinicolo essendo Neviglie uno dei paesi con più superficie vitata della zona.
Dunque una festa che è anche, come hanno avuto modo di chiarire nella conferenza stampa di presentazione di ieri, il neo sindaco, Corrado Benotto, e l’ex primo cittadino e attuale presidente del Consiglio comunale, Roberto Sarotto che di Good Wine è stato ed è anima, cuore e mente insieme a Ivana Sarotto, coordinatrice dell’intera rassegna.
A presentare Good Wine, insieme ai Sarotto e al sindaco, c’era anche luigi Bertini, uno che definire enologo sarebbe riduttivo. Bertini è una sorta di Piero Angela del vino e della vitivinicoltura di cui sa, al di là delle tecniche produttive, tutta la storia dagli albori del pianeta sino ai giorni nostri. Ed è proprio di questo, del viaggio antropologico del vino e della vite, che Luigi Bertini parlerà il 13 luglio (dalle 17,30). Ai giornalisti il sindaco Benotto, come nell’intervista che pubblichiamo, ha parlato della continuità di Good Wine delle priorità di tutela e sviluppo del territorio che la sua amministrazione si è posta. Un tema, quello dello sviluppo sostenibile, che ha annunciato e che svilupperà il 13 luglio, anche Roberto Sarotto. «Abbiamo il dovere di guardare più in là, al domani che sarà dei nostri figli e dei nostri nipoti e dei loro figli – ha detto Sarotto -. I temi da affrontare e i nodi da sciogliere – ha aggiunto – sono molti: dalla sostenibilità del nostro lavoro, alla tutela del paesaggio allo sviluppo economico in perfetta armonia con un ambiente che deve diventare volano e incentivo per chi verrà dopo di noi». Una visione in prospettiva, quella di Roberto Sarotto, che sembrerebbe interessare operatori vitivinicoli proiettati verso un futuro diverso e più positivo di quello che si poteva intravvedere solo una decina di anni fa. Tra i relatori del 13 luglio ci saranno anche il medico Dario Sangiolo, dell’Istituto di Candiolo IRCCS è un centro specializzato nel trattamento delle patologie oncologiche. Sangiolo parlerà di vino, salute e stili di vita con riferimento alle implicazioni dirette del vino sul nostro modo di vivere e sulla nostra salute. Correlato a questo tema sarà l’intervento dello psicologo e psicoterapeuta, Gabriele Traverso, sul bere consapevole nelle varie fasi delle età e della personalità. Un docente di economia, Piero Cirio, parlerà dell’economia circolare del vino di come, cioè, la coltivazione della vite e l’industria del vino, nel senso della produzione vinicola, abbiano condizionato la vita delle persone, delle famiglie e di intere comunità e modificato i rapporti tra di esse nei ruoli sociali e istituzionali. Roberto Sarotto parlerà, come abbiamo visto, del territorio come identità unica e risorsa da spendere. Un argomento delicato che, proprio in questo periodo, è al centro di scelte di governace, si pensi all’accorpamento delle ATL piemontesi o all’attività di tutela dei Consorzi. Per il “piacere” del vino, che non è solo brindisi e consumo, ma anche cosmetica parleranno i responsabili di un’azienda che usa gli elementi della vite e dell’uva per creare creme e unguenti. A stimolare pubblico e ci penserà il nostro Filippo Larganà.

SdP

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