Export. Il Piemonte del vino come gli Avengers alla conquista dell’America tra Asti e Moscato, Nizza docg, Barolo e Barbaresco

inserito il 2 Novembre 2019

I “dietrologi” diranno che il fatto che il Presidente Usa, Donald Trump non abbia colpito con i suoi famigerati dazi il mondo del vino italiano (e abbia picchiato duro, invece, sui cugini francesi) sia stato il “la” per una vera campagna di promozione negli Usa, almeno per quanto riguarda il Piemonte.
Potrebbe essere vero se non fosse che molte iniziative erano già state calendarizzate prima dell’annuncio dei dazi di Trump e, anche se fosse, se per una volta gli italiani (piemontesi) giocano d’anticipo sarebbe cosa buona e giusta.
Di certo c’è che i Consorzi del vino piemontesi han messo in campo ben cinque super docg al centro di missioni in terra americana.
Una sorta di squadra Avengers lanciata in una battaglia galattico-commerciale che sembra avere molteplici scopi: dal consolidamento di quote di mercato alla presentazione di prodotti che possono (potrebbero) incontrare i gusti degli winelovers a stelle e strisce al rilancio di vini che devono essere riportati ad antico e nuovo splendore. Mica compiti facili.

Ha cominciato, una settimana fa, il Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg guidato da Romano Dogliotti, con un tour tra Chicago, Los Angeles e Seattle. Una mezza dozzina le aziende che hanno partecipato con degustazioni e masterclass che hanno “rinfrescato” la memoria a operatori, buyers e sommelier.
I primi report da parte dei produttori sembrano essere positivi. Vedremo. Il mondo del Moscato ha bisogno degli Usa che è diventato mercato di riferimento. Urge non fare passi falsi.

Anche il mondo della Barbera guarda agli States.
In questi giorni un gruppo di Cantine che producono il Nizza docg – Cascina Lana, Michele Chiarlo, Prunotto, Da Capo, Bersano, Coppo, L’Armangia, Tenute Olim Bauda e Garetto (Gagliardo) – vino fantastico a base di uve barbera 100%, saranno a New York, Houston e San Francisco.
In programma tappe in locali (tra cui il Del Posto di Joe Bastianich a NY) e location di livello per presentare un vino relativamente nuovo che si sta ritagliando una fetta interessante di consensi e, soprattutto, mercato e che promette bene. Bene che si punti sul Nizza docg.
Dice Gianni Bertolino, presidente dell’associazione che raggruppa quelli del Nizza docg: «Andiamo negli Usa per la prima volta come associazione e con l’aiuto e sotto l’egida del Consorzio della Barbera. Un segnale che il team c’è ed è questo il primo passo per portare a casa risultati positivi».
Dello stesso parere il presidente del Consorzio della Barbera d’Asti docg, Filippo Mobrici: «La missione negli Stati Uniti d’America doveva rivestire quello spirito di squadra e di appartenenza istituzionale che servono per presentarsi sugli scenari internazionali. In questo senso il ruolo del Consorzio a fianco dei produttori era ed è centrale».

Infine il Consorzio del Barolo e del Barbaresco del presidente Matteo Ascheri che a febbraio 2020 sarà a New York. Il programma prevede molti eventi dal 4 al 5 febbraio con degustazioni e masterclass, ma anche concerti e cene di gala (leggi qui). E non finisce qui, perché il Consorzio ha già annunciato altre missioni a Shangai (2021) e nuovamente negli Usa, ma nella West Coast (2022).
Come dire che i vini piemontesi e italiani devono girare il mondo e non solo a parole.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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