Flashmob. Contro il lock down da Covid -19 la protesta di bar, pizzerie e ristoranti corre sul web. Anche nella “valle delle bollicine” decine di locali consegnano virtualmente le chiavi ai sindaci.

inserito il 29 Aprile 2020

Ieri sera hanno alzato le serrande e acceso le luci dei loro locali, oggi manderanno una e-mail ai sindaci per consegnare, virtualmente, le chiavi delle loro attività che soffrono per due mesi di inattività a causa del lock down da Covid -19.
In Italia il mondo della ristorazione, dei bar e delle pizzerie, protesta così contro le chiusure imposte da Governo e Regioni. L’iniziativa è stata chiamata “Risorgiamo Italia”.

Il Piemonte, anche in questo, è nell’occhio della bufera. Con i dati dei contagiati e dei decessi che non diminuiscono come si sperava e un sistema sanitario, dal territorio agli ospedali che resiste, ma resta sotto pressione, l’economia, dopo la Salute pubblica, è l’altra grande preoccupazione italiana e piemontese.
Lo sanno bene quelle categorie che da due mesi sono a reddito zero, ma che debbono fare i conti con bollette e salari che non spariscono e che devono essere pagati.

In Piemonte la situazione è, come in tutta Italia, grave.
Nel Sud della regione, che in questo periodo si apprestava ad accogliere turisti stranieri, ma anche flussi domestici, lo scoramento per lo stop forzato è evidente.

Molti, soprattutto nella ristorazione, si sono affidati alla consegna a domicilio, ma, come ci hanno fatto notare alcuni operatori, il rischio è di avviare una guerra dei prezzi che non farebbe bene a nessuno.
C’è poi la questione regole che ancora non ci sono.
Come si dovranno attrezzare i locali quando, forse a metà maggio, ci sarà la riapertura? Ancora non si sa.

Per questo ieri sera (28 aprile), in tutta Italia, è stato avviato un flashmob con i titolari che, alle 21, hanno accesso le luci dei loro locali vuoti, in segno di protesta.
Oggi, 29 aprile, molti consegneranno le chiavi delle loro attività ai rispettivi sindaci. Lo faranno virtualmente, via e-mail, nel rispetto delle disposizioni Covid -19.

Nella valle Belbo, quella che da molti viene chiamata la “valle delle bollicine” perché qui, nel 1865, è nato il primo spumante d’Italia e perché qui hanno sede e vigneti le principali Case spumantiere del Piemonte, decine di locali hanno aderito alla manifestazione “Risorgiamo Italia”.
Ci spiega un ristoratore: «Sappiamo bene che i sindaci non hanno voce in capitolo e che la palla è in mano al Governo e alle Regioni, ma il nostro è un segnale, un messaggio perché le Istituzioni non dimentichino che l’economia di un’intero Paese, del sistema Italia passa anche attraverso il nostro lavoro che ora come ora non c’è. Così non si può andare avanti. Almeno siano date regole certe per la riapertura».

Le regole per riaprire in sicurezza non sono gli unici interrogativi: è quasi certo che il distanziamento sociale dimezzerà o, comunque, diminuirà molto il numero dei clienti. In questo senso ci sono ristoratori e titolari di bar che si chiedono se, a fronte di una clientela falcidiata da regole e disponibilità finanziarie ridotte dalla crisi, sarà ancora conveniente riaprire. Senza contare le perplessità su tasse locali e nazionali che, sulla carta, sono ancora attive, saranno cancellate, rimandate, decurtate? Sindaci, presidenti di Regione e lo stesso Governo dicono di stare studiando strumenti appositi. È sotto gli occhi di tutti che urgono azioni di supporto soprattutto efficaci e rapide. In assenza si perderanno imprese e posti di lavoro. Uno scenario da apocalisse economica.

Intanto qui pubblichiamo il documento del Mio (Movimento Imprese Ospitalità” che in 16 punti sintetizza le richieste al Governo e agli enti pubblici e alcune foto della protesta postate sui social dai titolari che hanno aderito al flashmob.

Per SdP Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)


2 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. filippo 29 Aprile 2020 at 10:01 -

    grazie del commento e proposta interessante. Resta, però, da vedere, come ha evidenziato un operatore nel pezzo che abbiamo pubblicato, quanti avventori avranno ancora le risorse (soldi) per servirsi ancora di questi servizi o, avendole, saranno disposti a farlo. Tu parli, se ho capito bene, di pagare in anticipo. Una buona idea, ma con la scarsa speranza nel futuro che sembra prendere sempre più forza mi chiedo quanti sono disposti a pagare prima una prestazione futura. Tuttavia è ottimo che tu e noi tutti si pensi a come uscirne. Spero anche le istituzioni e chi le amministra sia sulla stessa lunghezza d’onda. Ho qualche dubbio sulla burocrazia…

  2. Paolo Montrucchio 29 Aprile 2020 at 09:54 -

    Anche così si possono aiutare i ristoranti e non solo.
    Ho avuto una idea ed ho agito: ho proposto una legge per la REGOLAMENTAZIONE CONTRATTUALE E FISCALE DEL PAGAMENTO ANTICIPATO DI PRESTAZIONI FUTURE, cioè di un carnet di voucher pre-pagati detraibile dalle tasse da chi li acquista (un poco come si fa con le ristrutturazioni edilizie, l’acquisto di caldaie ed arredi le donazioni e liberalità). Una misura di sostegno A COSTO ZERO E CON VANTAGGI PER TUTTI, esercenti e clienti, noi compresi, di un ristorante, di un bar, di un teatro, di un cinema , di una piscina, di una gelateria, di una pasticceria, di un parrucchiere , di una pettinatrice, di una discoteca, sala da ballo e di qualunque altra attività che vive grazie all’affluenza della gente, tutte attività attualmente chiuse per legge,
    Certo non risolverà la situazione, ma, ANTICIPANDO GLI INCASSI, si potrà aiutare, un pochino ma subito, molti amici e conoscenti esercenti offrendo loro un po’ di solidarietà sotto forma di liquidità in un momento in cui i loro incassi si sono azzerati.
    Forse ti può interessare sapere che ho lanciato la petizione
    AIUTIAMO, A COSTO ZERO, CHI SOFFRE LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DEL CORONA COVID19”
    Puoi saperne di più e FIRMARE LA PETIZIONE cliccando sul seguente link Change:

    https://www.change.org/p/sergio-mattarella-aiutiamo-a-costo-zero-chi-soffre-le-conseguenze-economiche-del-corona-covid19?recruiter=397084832&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=share_petition

    Se credi, condividila con i tuoi amici ed invitali a firmarla.

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