ALLUVIONE 1994 “I giorni del fango… vent’anni dopo”

Tra il 5 e il 6 novembre del 1994 il Piemonte subì una delle più terribili e disastrose alluvioni.

I morti furono sessanta, i danni ingenti, per centinaia di miliardi di lire, interessarono pesantemente l’agricoltura e il settore agroalimentare.

Chi ha vissuto quei giorni, sia dal punto di vista professionale che umano, non può dimenticare la disperazione negli occhi di chi aveva avuto un lutto, la casa invasa dall’acqua e perso tutto. In quei mesi i giornali, le radio e le tv (Internet era agli esordi) raccontarono piccole e grandi storie di coraggio e pietà, di scoramento e speranza.

Oggi il Piemonte sta affrontando altre sfide. Ma noi di Sdp siamo convinti che per vincerle bisogni ricordare il passato.

Ecco perché pubblichiamo le immagini di quei giorni di dolore di quel lontano novembre 1994.

Filippo Larganà, Vittorio Ubertone

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Nei giorni 5 e 6 novembre 1994 le province di Cuneo Torino, Asti e Alessandria furono pesantemente colpite da un violento evento alluvionale che causò l’esondazione dei fiumi Po, Tanaro e molti loro affluenti (in particolare il torrente Belbo, importante affluente di destra del Tanaro), causando 70 vittime e 2.226 sfollati.Dopo 3 giorni di piogge continue (oltre 600 mm cumulati in 48 ore!) il Tanaro crebbe a livelli spaventosi. Un’onda di piena si formò il giorno 5 novembre a monte di Garessio e, correndo verso valle, devastò con furia inaudita tutto il suo corso e le decine di centri abitati lungo le sue sponde sino a giungere presso la foce nel Po alle prime ore del giorno 7 novembre.Durante l’evento alluvionale il Tanaro toccò valori di portata record mai raggiunti nel secolo:
all’idrometro di Farigliano (CN) il fiume sfiorò l’eccezionale altezza di 9 metri (ben 3 metri oltre il precedente livello storico) con un colmo di 3.400 m³/s.;
ad Alba, Asti e Alessandria l’ampiezza della piena fu compresa tra i 4.000 e 4.200 m³/s;
all’idrometro di Montecastello, pochi km prima della confluenza nel Po, il Tanaro sfiorò i 5.000 m³/s con 8,50 m di livello idrometrico.
Particolarmente sconvolto dall’evento alluvionale risultò tutto il tratto compreso tra il comune di Ceva (CN) e la confluenza con la Stura di Demonte presso Cherasco (CN), dove il Tanaro distrusse quasi totalmente la maggior parte dei manufatti civili presenti (abitazioni, ponti, strade, ecc…), mutando anche per ampi tratti in modo definitivo la fisionomia del suo letto e del fondovalle.
I comuni coinvolti dall’onda di piena furono:
Ormea, Garessio, Priola, Bagnasco, Nucetto, Santo Stefano Belbo, Ceva, Bastia Mondovì, Clavesana, Farigliano, Piozzo, Monchiero, Narzole e Alba in provincia di Cuneo;
Asti, Canelli, Castello D’Annone, Cerro Tanaro e Rocchetta Tanaro in provincia di Asti;
Solero, Felizzano, Alessandria e Pietra Marazzi in provincia di Alessandria.
Particolarmente colpite furono le città di Ceva, Alba e Asti, inondate per 1/3 della loro superficie e soprattutto Alessandria, sommersa quasi per il 50%, dove persero la vita anche 14 persone.

 

Asti

 

Canelli

 

Rocchetta Tanaro

 

Langhe

 

Incisa Scapaccino