Il Testo Unico del vino è legge. Fiorio (Comagri): «Comparto più snello ed efficiente. Ora si modifichi la rappresentanza nei Consorzi»

inserito il 29 Novembre 2016

fiorio

Massimo Fiorio, parlamentare astigiano e vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, è uno dei piemontesi che, come dice lui, “hanno tenuto botta” e lavorato a testa bassa per il Testo Unico del vino che è diventato legge (leggi il comunicato del Ministero qui) di cui è stato relatore e che sarà operativo appena il Capo dello Stato ne firmerà il testo che verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
E di piemontesi che, oltre a Fiorio che è di Calamandrana, hanno operato in favore della nuova legge ce ne sono stati tanti: dal compaesano di Fiorio, Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia; al suo collega Roberto Moncalvo, torinese e presidente nazionale Coldiretti, al canellese Andrea Faccio, presidente nazionale del settore vino di Confagricoltura, al vice ministro all’Agricoltura, Andrea Olivero che è di Cuneo.
Territorialità a parte di che cosa tratti il Testo Unico ne abbiamo parlato più volte (qui, qui e qui).
Da Fiorio ci siamo fatti raccontare come si è arrivati alla legge. «Non è stato facile mettere insieme le anime diverse, a tratti contrapposte, delle organizzazioni di categoria – ammette -. Coldiretti e Agrinsieme avevano spesso visioni opposte. Non ho mollato. In questi due anni di lavoro sul Testo Unico del vino non ho permesso che le distanze tra le organizzazioni prendessero il sopravvento e scavassero solchi profondi».
Insomma Fiorio ha fatto un po’ il Kissinger della situazione riuscendo a mettere d’accordo tutti attorno a una legge che dovrebbe migliorare il lavoro dei produttori, ma anche quello delle istituzioni che operano nel comparto vino.
Il ministro all’Agricoltura, Maurizio Martina, ne è convinto e ha sottolineato come si stia mettendo a disposizione dei produttori una sola legge di riferimento con 90 articoli che riassumono tutta la normativa precedente.
La parola d’ordine è “semplificazione”, un’azione attesa da anni e che oggi con il Testo Unico promette di tagliare la burocrazia, coordinare e migliorare il sistema dei controlli, dare informazioni più trasparenti ai consumatori. «Col Testo Unico possiamo contribuire a rafforzare la crescita di un settore che già oggi vale più di 14 miliardi di euro e con un export che supera i 5,5 miliardi» è la promessa di Martina.
Fiorio è sulla stessa lunghezza d’onda: «Sì il Testo Unico cambierà molte cose, dalla semplificazione burocratica per la produzione e la commercializzazione del vino, alla tutela delle denominazioni e al sistema dei controlli e della sanzioni». Lo scopo è favorire più certezza del diritto, meno contenziosi e un sistema di controlli migliore per la tutela di un settore chiave dell’agroalimentare italiano.
«L’approvazione del Testo Unico del vino alla Camera – ha commentato il Vice Ministro Andrea Olivero – rappresenta uno straordinario lavoro collegiale che ha avuto il contributo di tutta la filiera e che mira alla riduzione della burocrazia e al miglioramento dell’iter dei controlli. La qualità italiana ne viene rafforzata e le nostre imprese potranno essere ancora più competitive sui mercati internazionali. Sono certo che il Senato saprà portare a compimento in tempi rapidi questo importante provvedimento per il settore».
Nel Testo Unico è entrata anche la salvaguardia dei vigneti eroici con la promozione di interventi di ripristino, recupero e salvaguardia delle vigne in aree a rischio di dissesto idrogeologico e con particolare valenza paesaggistica.
«E c’è la disciplina per le fascette – spiega Fiorio -. Da oggi le potranno stampare anche tipografie autorizzate e non solo il Poligrafico dello Stato. Inoltre ci sarà la possibilità di utilizzare nuove tecnologie di tracciatura come il QR Code o altre ancora più all’avanguardia».
Sul fronte dei controlli e delle sanzioni ci saranno novità importanti. Ci sarà finalmente il raccordo tra i vari enti, oltre una ventina, che controllano il settore, da Forze dell’Ordine all’Asl agli enti certificatori. Dovranno condividere le informazioni in modo da non avviare controlli doppione con evidente disagio e danno al controllato. Inoltre, in tema di sanzioni, entra in vigore il  “ravvedimento operoso” che consente di sanare con multe ridotte le irregolarità formali evitando così di incappare in ammende amministrative salate.
Lavoro finito, dunque? Per Fiorio sembra di no. «Questi due anni di lavoro sul Testo Unico del vino mi hanno portato in giro per l’Italia e mi hanno fatto conoscere il mondo del vino – dice -. Ci sono diverse velocità – spiega -: il Nord Est corre e ragione in modo transregionale e globale; il Nord Ovest, il Piemonte in particolare, si muove bene, anche permangono crisi su alcune tipologie storiche come l’Asti. Qualche difficoltà in Toscana c’è. Il sistema Chianti ne sta risentendo».
Poi c’è il nodo delle rappresentanze nei Consorzi di Tutela: «Bisogna ripensarle – sostiene Fiorio -. Non è possibile che in un Consorzio la parte agricola sia spesso sottorappresentata rispetto a quella industriale».
Un fronte delicato che proprio il Consorzio dell’Asti dovrà affrontare nei prossimi mesi del 2017 con il rinnovo della presidenza e del Consiglio di Amministrazione.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)  

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