Imu agricola. Il Piemonte si mobilita per cancellare «La tassa iniqua». Ad Asti protesta “in campo”

inserito il 20 Febbraio 2015

«Basta usare l’agricoltura come un bancomat e stop alle politiche che puntano a mettere sempre la mani nelle tasche degli agricoltori». È questo il messaggio lanciato giovedì 19 febbraio ad Asti (ma le proteste riguardano il Piemonte e l’Italia) dal coordinamento di Agrinsieme, il soggetto di rappresentanza rurale che riunisce Confagicoltura, Cia e Alleanza delle Cooperative. Singolare la manifestazione messa in atto in un campo alla periferia di Asti, un ettaro di terreno per cui il proprietario, pagate le spese vive e l’Imu, incassa meno di quanto spende.

«Siamo all’assurdo di un Governo che colpisce duro gli agricoltori coprendoli di tasse. L’anno scorso abbiamo fatto la battaglia sulla tassa dei passi carrai, oggi contro l’Imu, domai chissà. I campi sno sempre nel mirino» hanno detto Massimo Forno e Alessandro Duranto, presidenti provinciali di Confagricoltura e Cia.

Tra gli intervenuti anche il direttore di Confcooperative Asti Pietro Cavallero, rappresentanti del Comune e della Provincia di Asti.

In chiusura di manifestazione, a cui hanno partecipato oltre un centinaio di agricoltori, l’appello agli amministratori locali: «Chiediamo ai sindaci di farsi parte attiva nel ridurre l’impatto economico che ricade su un grande numero di aziende agricole che già si dibattono tra crisi di mercato, taglio dei consumi e crolli della produzione» hanno detto Forno e Durando ricordando i pericoli sociali e materiali di terreni agricoli lasciati incolti dagli agricoltori che decidono di chiudere l’attività gravati da imposte inique.

Le interviste

 

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