Inserto Piemonte. Le gaffe del Corsera: Aldo Grasso parla di Unesco, ma cita solo le Langhe e dimentica Roero e Monferrato. E in 44 pagine neppure una riga sui vini più venduti: Moscato e Asti docg

inserito il 5 Novembre 2015

aldo-grassoQuando un giornalista scrive di una cosa che non conosce deve informarsi. Altrimenti corre il rischio di gaffe sontuose. Per esempio Aldo Grasso, classe 1948, nato a Sale delle Langhe, nel Cuneese, giornalista, critico tv di fama e docente universitario apprezzatissimo, firma oggi, sul Corriere della Sera, un pezzo intitolato “La Malora è un tesoro dell’Unesco”. L’articolo lo trovate a pagina 17 dell’inserto “Italie” del Corrierone dedicato al Piemonte (a proposito, grandi spazi a Torino e Cuneese, poche righe all’Astigiano che è solo Palio e poco altro) di fianco ad un pezzo in cui si racconta la storia di un avvocato (non il primo non l’ultimo) “folgorato” sulla via del Barolo. Vi si parla ovviamente di Unesco, di come la terra di Fenoglio si sia risollevata dalla “malora” diventando meta di turismo di pregio e punto di riferimento internazionale. Tutto giusto e vero. Tuttavia Grasso, in questo mini-spot per la terra natìa, citando il riconoscimento Unesco segnala solo le Langhe, come se Alba e contorni fosse l’unico posto riconosciuto poco più di un anno fa Patrimonio dell’Umanità, dimenticando Roero e Monferrato che sono gli altri due terzi del sito Unesco dei “Paesaggi vitivinicoli piemontesi”. Un “taglio” a senso unico rispettato per tutto l’inserto di ben 44 pagine, praticamente un giornale nel giornale, dove non si trova cenno dei vini piemontesi più venduti in Italia e all’estero: Moscato, Asti e Barbera. Del resto Grasso, nel suo intervento, loda, e fa bene, i viticoltori albesi che hanno saputo puntare sul Barolo e sulle eccellenze enogastronomiche della propria terra. Cita Ferrero, Slow Food (non Eataly), la tessile Miroglio e persino Einaudi e Fenoglio (non Pavese). In tutto l’inserto del Corsera le altre zone piemontesi patria di agroeccellenze sono trattate da corollario: Alessandria è patria di dolcetti, l’Astigiano resta quasi solo palio.  Insomma è più di una sensazione che l’inserto del quotidiano milanese sia una fotografia molto, ma molto parziale del Piemonte.

20151105_114036Ma non si creda che qui si voglia innescare l’ennesima disputa territorial-campanilistica. Al contrario da tempo, su questo blog, scriviamo che il sito Patrimonio Unesco potrà essere produttivo per il Piemonte (tutto) solo se si riuscirà a fare sistema, creando collaborazioni tra tutte le realtà coinvolte, dalle Langhe al Roero al Monferrato, dal Barolo all’Asti, dalla Ferrero alla Gancia. Il punto è che, invece, non sta ancora accadendo. E l’inserto “gaffoso” del Corsera non fa che avallare la divisione tra le Langhe e resto del Piemonte come se Alba e dintorni non fossero Piemonte o, peggio, fossero un’isola privilegiata e felice, unica bandiera della “Grande Bellezza” subalpina. Non è così. E se qualcuno è stato tentato di pensarlo sia consapevole non solo che è pensiero controproducente, ma anche che un simile sentimento va nettamente contro lo spirito del progetto Unesco nato nell’Astigiano e poi distribuito tra le province di Alessandria e Cuneo. Un ideale di unità di intenti abbinata a un paesaggio variegato, unico al mondo, proprio per questo definito Patrimonio dell’Umanità (cosa ancora non riuscita a Champagne e Prosecco, per dire). Per evitare la ridda di gaffes bastava poco. Bastava informarsi. Bastava citare, con le Langhe, anche Roero e Monferrato come parti integrante del sito Unesco. Bastava, per esempio, collegarsi qui. Bastava fare qualche telefonata, digitare Piemonte su un motore di ricerca, documentarsi. Impiegare, insomma, un po’ di tempo per quella che una volta si chiamava completezza di informazione. Ecco.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

Lascia un Commento


I commenti inviati non verranno pubblicati automaticamente sul sito, saranno moderati dalla redazione.
L’utente concorda inoltre di non inviare messaggi abusivi, diffamatori, minatori o qualunque altro materiale che possa violare le leggi in vigore.
L’utente concorda che la redazione ha il diritto di rimuovere, modificare o chiudere ogni argomento ogni volta che lo ritengano necessario.