La nuova legge sul vino presentata alla Vignaioli Piemontesi. Olivero: «Strumento prezioso», Fiorio: «Frutto di concertazione», Porzio: «Meno carta per lavorare di più e meglio»

inserito il 2 Dicembre 2016

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Meno complicazioni e più lavoro. Non è l’ennesimo slogan della campagna referendaria, per fortuna agli sgoccioli, ma alcune delle parole chiave che interpretano il Nuovo Testo Unico sul vino che a giorni diventerà legge.
SdP ne ha parlato qualche giorno fa con il relatore della legge, il parlamentare astigiano Massimo Fiorio.
Oggi pubblichiamo alcune videointerviste che abbiamo realizzato nella sede di Castagnito, piccolo centro alle porte di Alba, della Vignaioli Piemontesi, organizzazione che raggruppa soprattutto cooperative vitivinicole.
Lì è stato allestito un primo incontro pubblico sulla nuova legge.
Tra il pubblico giornalisti, operatori del settore, avvocati e vignaioli, naturalmente.
Al banco dei relatori Oreste Gerini, direttore generale Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, Andrea Olivero, vice ministro delle politiche Agricole alimentari e forestali, lo stesso Fiorio, il presidente della Vignaioli Piemontesi, Giulio Porzio con il direttore Gianluigi Biestro. Ha moderato Maurizio Gily, agronomo e giornalista pubblicista direttore della rivista Millevigne e del sito collegato.
Dai relatori sono giunti chiarimenti, puntualizzazioni e anche rassicurazioni sulla bontà della legge sul vino.
A quello di Castagnito seguiranno altri incontri in varie province piemontesi.
L’attenzione e l’aspettativa del mondo del vino piemontese è alta.
Tra le dichiarazioni raccolte ieri da sottolineare quella di Porzio che ha ricordato i costi della burocrazia sulle attività vinicole e il lavoro in più per la valorizzazione del vino italiano che dovrebbe arrivare dallo sgravio da incombenze spesso onerose in termini di tempo e risorse. Se davvero questo sgravio ci sarà come promette la nuova legge e come tutti auspicano.

SdP    

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