Le bollicine (quasi) degli altri. Il Prosecco doc veneto, con anche etichette piemontesi, va forte. Produzione 2022 a oltre 638 milioni di bottiglie. Parola d’ordine 2023: «consolidare i risultati»

inserito il 4 Marzo 2023

Non sembri fuori luogo parlare di come va il Prosecco doc veneto in terra piemontese, dov’è nato il primo spumante d’Italia dove Asti Spumante, Alta Langa, Brachetto d’Acqui e altre bollicine hanno la loro patria d’elezione.

Molte aziende piemontesi, anche di un certo rilievo, infatti, sono storicamente imbottigliatrici di Prosecco doc e lo propongono con successo contribuendone così al successo commerciale e spuntando fatturati di tutto rispetto sull’onda di un prodotto che nel mondo è diventato sinonimo di spumante.

Qui pubblichiamo la nota con cui il Consorzio del Prosecco doc dà conto del bilancio 2022 con qualche cenno al futuro senza dimenticare la prudenza.

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Con un bilancio che testimonia l’ottimo stato di salute del Prosecco DOC, il Consorzio che tutela e promuove le note bollicine veneto-friulane chiude l’anno 2022 registrando un incremento dei volumi di produzione (+1,8% sul 2021) e un aumento più che proporzionale dei valori (+11,5% sul 2021) per un totale di 638,5 milioni di bottiglie vendute e un controvalore stimato di oltre 3 miliardi di euro

La quota export, per la prima volta, si spinge all’ 81,2%, mentre il consumo interno nel 2022 si è attestato al 18,8% delle vendite totali, confermando comunque la leadership della denominazione a livello nazionale. 

Anche per quanto riguarda la vendemmia dello scorso anno i segnali sono positivi con volumi capaci di soddisfare adeguatamente, per quantità e qualità, l’intero 2023. 

Risultati che confermano la proficua programmazione e gestione della Denominazione.

Sul fronte dei mercati esteri, la novità che salta all’occhio è il balzo compiuto dagli Stati Uniti che con una crescita del 5,8% ha sorpassato il Regno Unito, a volume, mentre da diversi anni risultava al vertice in termini di valore.  

Al netto dell’Italia, che consuma 120 milioni di bottiglie, oggi il primo mercato sono quindi gli USA con oltre 134 milioni importate, seguiti da UK – che con un aumento del 3,5% sul 2021 “si ferma” a 130 milioni di bottiglie – mentre la Germania, solida nella sua terza posizione, cresce di un buon 2,8% sull’anno precedente arrivando a consumare 46 milioni di pezzi. La Francia, dal canto suo, si conferma, in quanto ad export, in quarta posizione, con incrementi particolarmente significativi: + 19% a volume e + 30% valore.

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