Lutto. Il mondo del Moscato d’Asti e del vino piemontese piange Anna Ghione, produttrice canellese innamorata delle sue colline e della sua città

inserito il 19 Dicembre 2022

«Non c’è nulla che mi renda più felice che essere qui, tra i miei vigneti e i luoghi che amo. Respirare la natura camminando la terra, qui, a Canelli». Scriveva così, solo un anno fa, Anna Ghione, produttrice vitivinicola canellese. Un male crudele l’ha strappata ai suoi cari e ai suoi amici a soli 55 anni.

Ricordare Anna, ora che non c’è più, per chi la conosceva da una vita, come chi scrive, è un esercizio doloroso e che, allo stesso tempo, fa riemergere ricordi che fanno bene al cuore.

Intanto lei era una canellese doc anzi docg. I suoi genitori, scomparsi da alcuni anni, avevano gestito per molto tempo un negozio di generi alimentari proprio nel centro di Canelli.

Qualche tempo fa, durante una chiacchierata travestita da intervista per conto del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti, aveva ricordato gli inizi della sua vita da vignaiola. La scuola, il diploma, il lavoro in un’azienda della zona e poi il richiamo della terra di famiglia, sulla collina di regione Bassano, un crinale ripido che s’inerpica su fino alla Torre dei Contini, uno dei simboli di Canelli che domina la valle del Belbo. La foto che mettiamo di copertina e in coda a questo post, ritrae Anna proprio davanti alla Torre che è anche, in formza stilizzata, nel logo della sua azienda.

Lì c’erano i vigneti di Anna, lì c’era la sua vita, l’azienda che portava avanti con il marito Marco Pippione, enologo e direttore della Cia (coltivatori) di Asti. Una coppia nella vita e nel lavoro, condotto da Anna con la sua consueta dolcezza, una determinazione unica, unite a una creatività e a una voglia di fare fuori dal comune che l’avevano portata a trasformare l’azienda di famiglia in un punto di riferimento per gli appassionati di vini e paesaggi e anche in palcoscenico di eventi che mai si erano visti, come gli acrobati e i giocolieri tra i vigneti abbinati a cene stellate affollatissime a cui facevano da perfetta corona i suoi vini frutto di un amore incondizionato per il proprio lavoro e la propria terra. Lei era la “regina” di tutto questo, sempre disponibile, sempre gentile, sempre lei, Anna.

La vita gli aveva riservato anche un’esperienza da “Sliding Doors”. Per puro caso, nel 2016 non era stata coinvolta in un attentato terroristico nell’aeroporto internazionale di Bruxelles. Con una calma olimpica aveva raccontato tutto a Sdp qui.

Poi era andata avanti con tanti progetti con al centro sempre i suoi vini pluripremiati: il Moscato d’Asti “Canelli”, l’Alta Langa, ma anche i rossi e i bianchi, gli spumanti e il passito di Moscato bianco a tante altre iniziative.

Pochi mesi fa la scoperta della malattia e l’inizio di cure che, purtroppo, sono risultate vane.

Da ore, oggi, sui social si ricorrono i messaggi di affetto, di riconoscenza e cordoglio per la prematura scomparsa di Anna Ghione, una donna e una vignaiola amata di un amore grande, almeno quanto quello che lei stessa aveva per le sue colline, le sue vigne e la sua città, Canelli.

Filippo Larganà
(filippo.largana@libero.it)

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