Memorie. Ricordo di Germano Verasio, il cuoco del Grappolo d’Oro di Canelli (Asti), scomparso una settimana fa, che andò in tv molto prima di MasterChef

inserito il 11 Giugno 2019

germano

Se ne è andato una settimana fa per una malattia improvvisa. Germano Verasio aveva 86 anni e da quasi mezzo secolo era l’anima e lo spirito del Grappolo d’Oro di Canelli (Asti), uno dei locali che rappresentano l’ossatura reale e inossidabile della cucina piemontese e italiana, lontana dal mondo stellato e qualche volta effimero della cucina, vicino alle esigenze della gente.
Nel 1970, insieme alla moglie Livia Penna, aveva fondato il Grappolo, o come qualche canellese ancora lo chiamava: “da Germano”, ristorante con albergo nel caseggiato che si trova in viale Risorgimento, proprio a ridosso dell’argine del torrente Belbo.
Lì, anche all’ultimo minuto di domenica com’è successo a chi scrive, trovavi e trovi un tavolo, senza patemi d’animo. I piatti sono sempre quelli della tradizione piemontese, monferrina e langarola, dai tajarin ai funghi fritti, dalle “raviole” (al femminile da quelle parti) agli arrosti, ai brasati.
E come non citare il dolce “cavallo di battaglia” del Grappolo d’Oro, la Charlotte Creole, servita, come per gli atri piatti, in dosi generose, “da casa”.
Questo era ed è il Grappolo: la casa dei canellesi, degli astigiani e della valle del Belbo. Tanto che il ristorante è da sempre meta di cerimonie e feste di gruppo, dalle “leve” ai matrimoni, dai battesimi alle adunate di associazioni di volontari. Tutti riuniti attorno alla cucina di Germano, una cucina di condivisione, vicina, mai distante.
Particolari che non erano sfuggiti ai primi grandi enogastronomi che alla fine degli Anni settanta portarono Germano Varasio in tv. Il cuoco canellese fu tra i primissimi professionisti della cucina a comparire in una trasmissione televisiva della Rai, che andava in onda prima del Tg1. Davanti alle telecamere della emittente di Stato, con professionalità estrema spiegava piatti e ricette del Piemonte. Un successo.
Nel 1990 Germano aveva ceduto la conduzione dell’hotel ai nipoti Francesco e Walter Ferrero (che è scomparso tre anni fa). La moglie Livia aveva continuato a occuparsi della cucina, poi, egli ultimi anni, ai fornelli era subentrato il nipote, Luca Ferrero con la moglie Elena Mirialdo.
Ma il DNA che Germano aveva infuso nel suo ristorante, il Grappolo d’Oro (da Germano), non è mai venuto meno.

SdP

 

 

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