Che la corazzata Eataly, cioè la rete di supermercati del gusto inventati da Oscar Farinetti, abbia nel suo Dna la vocazione a stupire lo si sapeva. E, quindi, non stupisce la pagina, pubblicata questa mattina, a due giorni dal Ferragosto 2016, sul quotidiano La Stampa di Torino, dove si fa pubblicità al panettone. Quello che stupisce semmai è che insieme al dolce meneghino, ormai declinato in tutte le regioni d’Italia, ci sia un Asti docg. Ebbene sì, proprio quell’Asti dolce di Fontafredda (marchio della galassia Farinetti) che i creativi di Eataly chiamano, con un po’ di nostalgia, “vintage”. È senza dubbio una buona notizia. Senza scomodare la consunta tesi della destagionalizzazione delle bollicine dolci docg piemontesi (l’Asti come tutti i vini potete berlo quando e come volete) resta il fatto, abbastanza inconsueto di questi tempi, di un’azienda che scommette sull’Asti spumante, di Ferragosto, in piena crisi (l’Asti ha perso gosso modo quasi la metà delle vendite in quattro anni), con industrie disamorate del prodotto, manager che s’inventano qualsiasi scusa per non venderlo dall’embargo russo, ai conflitti internazionali, dai cambiamenti climatici alla concorrenza agguerrita (forse la più probabile insieme alla poca voglia di alzare il culo e proporre l’Asti, con convinzione). Comunque questa volta lode a Eataly e al suo patron che non si sono dimenticati dell’Asti docg, quello dolce, tanto per specificare, in mezzo al silenzio assordante di tante altre “griffe” enologiche che sembrano amarlo solo a parole e dichiarazioni a favore di media.
F.L.
