Mondo Barbera #3. Ancora sul “pasticcio Nizza docg”. Mobrici: «Andremo a Bruxelles». Intanto Coldiretti presenta la “Barbera degli equivoci” con il pane e la birra 100% locali

inserito il 1 Dicembre 2017

30 novembre 2017 Asti convegno Coldiretti - fotografia di Vittorio Ubertone

L’anticipazione arriva nel corso dell’intervista in occasione di un forum organizzato dalla Coldiretti ad Asti. Filippo Mobrici, presidente del Consorzio della Barbera, parla della “Rossa” venduta a prezzi considerati troppo bassi, spiega la posizione dell’ente che presiede e poi, a domanda diretta sull’affaire Nizza docg, cioè sul mancato inserimento di questo vino nelle dop europee che avrebbe causato il blocco di alcune partite sul mercato Usa, annuncia una novità: «Stiamo valutando una missione direttamente a Bruxelles per spiegare le nostre ragioni e fare in modo che il Nizza docg venga al più presto introdotto nella dop europee». È l’ultima novità su una storia che, se ve ne fosse ancora bisogno, rimarca la lentezza della burocrazia Ue che, a quanto pare, sembra gareggia ad armi pari con quella italiana.

Per quanto riguarda il forum Coldiretti da segnalare la “cantina degli equivoci” con il sindacato denuncia le bottiglie di Barbera d’Asti docg vendute a meno di 2 e 3 euro l’una. Il presidente Coldiretti Asti, Roberto Cabiale, è stato categorico: «Questa situazione mette a rischio gli sforzi che i produttori, il Consorzio, tutta la filiera, stanno facendo per lanciare la Barbera tra i grandi vini del mondo». Concetto condivisibile insieme, però, al fatto che essendo in un mercato libero, come lo stesso Mobrici sottolinea nella sua intervista, mettendo l’accento sul cambio di mentalità che una dop così grande come quella della Barbera deve favorire per svilupparsi appieno e sfruttare tutte le sue potenzialità.

Infine le curiosità legate al mondo dei cereali e dei birrifici artigianali: un pane e una birra fatti rispettivamente con grano e luppolo coltivati in provincia di Asti. Ha commentato Cabiale: «Certo non si risolveranno i problemi legati alla coltivazione del grano o delle produzioni alternative, tuttavia sono segnali che se si vuole l’agricoltura piemontese può dare spazio a nuove idee»

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

Qui le videointerviste a Roberto Cabiale  e Filippo Mobrici  – immagini realizzate da Vittorio Ubertone 

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