Mondo Farinetti. Quattro anni fa le 7 mosse per cambiare l’Italia. Inutili

inserito il 24 Gennaio 2015

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Qualcuno ricorda “7 mosse per l’Italia”? No, non è il titolo di un cinepanettone, ma la “bella pensata” che l’omino coi baffi piemontese, alias Oscar Farinetti da Bra, ebbe nel 2011. Il patron di Eataly – a cui è stato recentemente assegnato, non senza polemiche, l’incarico di presentare cibo e biodiversità italiane all’Expo di Milano che si aprirà tra 100 giorni – s’inventò un viaggio da Genova a New York. In barca a vela.

Oscar Farinetti

I fans di OF la giudicarono una buona idea per l’Italia. I detrattori la solita genialata a metà tra cazzeggio, marketing e paraculaggine di uno che sa come trattare con media e politici.

Di certo fu un’idea non convenzionale, magari non proprio originale, ma di sicuro fuori dagli schemi consueti.

Protagonista del viaggio, oltre a OF, il velista Giovanni Soldini, uno che fa un lavoro bellissimo e pericoloso salpando, spesso per regate prestigiose con sponsor munifici del lusso internazionale, gli unici che ancora possono permettere lo svolgersi di certe imprese.

Torniamo alle “7 mosse per l’Italia”. Di quell’impresa si parlò per mesi anche perché fu presentata come una “scossa” all’Italia di allora. Ma ricordiamocelo il Belpaese di quattro anni fa. Intanto alla presidenza del Consiglio c’era Silvio Berlusconi, ancora Cavaliere in sella, ricco di un successo elettorale, nel 2008, che gli consegnò, di fatto, il Paese. Una vittoria di Pirro. Tre anni dopo, tra scandali, maldipancia, scissioni, litigi, il Governo e, allora si disse anche il ventennio berlusconiano, finì con le dimissioni, a novembre, del patron di Mediaset.

In mezzo ci fu di tutto: alluvioni, terremoti, morti, la Primavera Araba, gli “indignatos”, i black blok e, dopo le dimissioni del Cavaliere, anche l’avvento del Governo Monti, i cui effetti si fanno ancora sentire.

In questo quadro di un’Italia frammentata e disorientata, ancora lontana dal renzismo, l’idea di Farinetti (che era già amico di Matteo Renzi) era quella di far emergere,  attraverso un viaggio in barca a vela a cui invitare intellettuali e opinion makers, buone idee per il futuro dell’Italia.

E così su quella barca a vela che partì il 25 aprile 2011 da Genova e approdò a giugno 2011 a New York, si alternarono, tra cene a base di tajarin al tartufo e Barolo,  non solo velisti, ma anche maître à penser, chef stellati, scrittori di fama, fascinosi attori, capitani d’industria informali, produttori di vino e birra e salumi. Insomma la stessa gente che avrebbe potuto trovarsi seduta al tavolo di un ristorante stellato di Langa o ad un vernissage milanese/newyorchese. I media diedero molto risalto alla cosa. Un po’ perché era “fica”, un po’ perché Eataly è inserzionista di molte testate. E non c’è proprio nulla di male.

farinetti occhi

In molti dissero che Farinetti aveva fatto bene e che ci voleva chi le cantasse chiare al Paese e a chi lo governava (Berlusconi). Qualcuno parlò di un impegno di Farinetti in politica, sponda centrosinistra, of course. Lui e il suo entourage smentirono categoricamente. Altri criticarono il viaggio in barca a vela giudicandolo un inutile dimostrazione di vacuità radical chic. Forse un giudizio un po’ troppo forte. Farinetti fece finta di nulla, come fa Renzi oggi, ma presentando la traversata scrisse: «Un navigatore e un mercante, aiutati da 4 velisti, accompagnati da 4 grandi chef e da 13 compagni di viaggio, gente di pensiero e di azione, che si alterneranno di tappa in tappa, scriveranno le 7 mosse da attuare subito per migliorare il nostro Paese. Sono persone che non fanno la Politica attiva, né desiderano farla. Nessuno di loro è pregiudizialmente di destra o di sinistra, lontani mille anni luce da beghe partitiche. Mai “contro”, sempre “per”. Durante il viaggio nascerà un documento dal linguaggio moderato ma determinato che, secondo noi, potrà essere di qualche utilità a chi la politica la fa perchè nominato (preferiremmo eleggerli) a svolgerla. Giunti a New York consegneremo questo documento all’Italia. Poi ciascuno di noi tornerà al proprio mestiere».

Di seguito l’infografica con le 7 mosse per l’Italia che riproponiamo qui e che ognuno può considerare se sono sono state messe in pratica da qualcuno o sono state messe in pratica.

7mosse

Del resto oggi, a quattro anni da quel viaggio, non è insensato chiedersi che ne sia stato del documento “7 mosse per l’Italia” e della “lezione” che avrebbe voluto dare a società a politica. Guardandosi intorno sembra poco o nulla. L’Italia è rimasta disorientata e frammentata. Da Monti a Renzi i Governi non sono stati più eletti, ma nominati. Le guerre non sono diminuite, ma aumentate. La precarietà, la crisi, la divisione tra le classi sociali, la diffidenza e l’indifferenza non sono scomparse anzi prolificano. La libertà di espressione è stata drammaticamente messa in discussione. Venti di guerra continuano a soffiare anche alle porte dell’Europa. Il Belpaese fatica quanto e forse più di prima della traversata di Farinetti e Soldini. Del progetto “7 mosse per l’Italia” propriamente detto restano un libro con il Farinetti pensiero, che si può sfogliare direttamente dal sito internet (http://www.7mosse.it/) il quale risulta cristallizzato, però, al 2011 e che contiene le testimonianze di chi partecipò al viaggio in barca a vela e il video di OF che varca la soglia dell’Ambasciata italica nella Grande Mela.

Quanto sembra lontana la frase “L’ottimismo è il profumo della vita” che faceva da slogan ad un’altra avventura commerciale di Farinetti.

 

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

 

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