Moscato. Si tratta per le rese vendemmiali 2017. Tutto secondo copione: parte agricola spaccata e litigiosa, Case spumantiere arroccate, Consorzio in fibrillazione e la Regione che media

inserito il 29 Luglio 2017

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In una cosa, almeno, il direttore del Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti docg, Giorgio Bosticco, ha ragione: la governance del moscato è diventata davvero una casa di vetro, tutto si svolge alla luce del sole e ogni attore può dire la sua e comunicarla al mondo e ai media. Nonostante tutto. Il canale preferito sono i social. Una trasparenza fin troppo evidente e che andrebbe guidata, secondo alcuni, appena sufficiente e che andrebbe favorita per altri.
La “piazza” è quella virtuale dei social dove in queste ore esponenti delle varie anime della filiera stanno esponendo posizioni, teorie, critiche o assensi alla proposta che sta emergendo, cioè quella che prevede, per la vendemmia 2017, una resa per ettaro unica, 80 quintali/ettaro, sia per l’uva desinata a diventare Asti docg sia per quella che diventerà Moscato d’Asti docg. L’anno scorso ci fu una resa differenziata 78 per l’Asti e 90 per il Moscato.
Dunque su Facebook Filippo Molinari, vignaiolo, membro del consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela impegnato nelle trattative per la vendemmia 2017, fa un resoconto impietoso dell’incontro con le organizzazioni sindacali e la Produttori moscato d’Asti associati. «Satragno (Giovanni Satragno, presidente della Produttori ndr) – scrive Molinari – ha detto che la Produttori starà all’opposizione. Ci aspettano di vedere passare come cadavere sulla riva del fiume. (molto propositivi). Unione Agricoltori Regionale e CIA regionale concordi sulla resa unica 80+10 (è la quota blocage/deblocage da sbloccare qualora lo richieda il mercato ndr) per abbassare ‘ste scorte (si parla di centinaia di migliaia di ettolitri ndr). Cabiale Coldiretti (è il presidente di Coldiretti Asti ndr) a nome di Coldiretti Regionale (Cuneo Asti Alessandria ) vuole resa differenziata 80 Asti 95 Moscato d’Asti con la costituzione di un fondo per la promozione come il 2016 la trattenuta che Cabiale non chiama trattenuta, ma versamento. Sennò non firmano per dare l’ok con l’assessore (Giorgio Ferrero titolare delle Politiche Agricole per la giunta Chiamparino ndr). Si voleva lasciare la resa 90 ai moscatisti per non penalizzarli, ma l’assessore Ferrero ha detto che non si può. Se si fa resa 80 e 95 con trattenuta noi voteremo contro».
Sullo sfondo, ma neanche tanto, ci sono i moscatisti puri, sembra una trentina, che hanno vigne di proprietà da cui vinificano, imbottigliano e vendono il proprio vino. Una resa a 80 ne limiterebbe la produzione e, conseguentemente, il reddito.
Sintetizza bene il moscatista Matteo Soria che su Facebook usa anche il maiuscolo (equivale ad alzare la voce) e qualche parola colorita per sostenere la sua forte contrarietà a una resa di 80 quintali per ettaro: «Io – scrive – perderò 100.000 bottiglie se mi OBBLIGANO a fare 80 nonostante io sia un moscatista puro. Cosa faccio? Perderò dei clienti per colpe altrui? È una cosa che non sta ne in cielo ne in terra cazzo. Una volta persi i clienti non li riprendi più. Ci lamentavano dell’anno scorso, ma a quanto pare quest’anno è peggio!!! Adesso qualcuno mi dia una spiegazione perché qui non ci siamo proprio. Mi auguro che le associazioni non firmino. Va bene fare i sacrifici per il bene della denominazione, ma qui mi vedo sottratte ingiustamente 100.000 bottiglie e questo non mi va proprio un c bene!!!» E in un altro commento, sconsolato: «Perfetto… tutti contro tutti come sempre. Mai una volta d’accordo ne con resa 108 ne con resa 78. Moscato…. la storia infinita»
Anche il passionario del Moscato, Giovanni Bosco, è critico e scrive: «Quella ventina di puri dovranno acquistare le uve con i bollini e vendere le proprie oltre gli 80 q.li a 3 euro al mg. oppure declassare e passare al Moscato Piemonte..(115 q.li per ettaro)».
C’è poi la nota ufficiale della Coldiretti.
Eccola in versione integrale: «Il Consorzio dell’Asti ha illustrato alla parte agricola la proposta di accordo per la campagna vendemmiale 2017 che prevedrebbe una resa unica a 80 quintali/ha sia per l’Asti spumante sia per il Moscato d’Asti.
“Tale proposta è troppo penalizzante per i produttori di uve Moscato che vinificano e imbottigliano direttamente la loro produzione rispetto ai parametri della scorsa campagna – afferma Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo – Chiediamo al più presto delle soluzioni atte a non penalizzare questa categoria di produttori proponendo una formula diversificata che possa evitare una riduzione sostanziale della resa ad ettaro”.
“Per l’importanza che il settore riveste in Piemonte servono, inoltre, maggiori ed approfondite analisi sullo scenario del mercato. Pertanto è opportuna un’attenta valutazione degli obiettivi che devono essere colti per rilanciare veramente il prodotto e garantire la giusta remunerazione e redditualità del lavoro dei nostri imprenditori agricoli – sottolineano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – In gioco c’è il futuro del settore che deve continuare ad essere un simbolo distintivo ed importante del Made in Italy e come nostra abitudine qualsiasi proposta sarà condivisa con la nostra base”».

Infine un altro consigliere di Cda del Consorzio, il vignaiolo e produttore Mario Sandri, scrive sulla sua pagina Fb: «Dopo 60 giorni esatti dall’insediamento del Consorzio dell’Asti la parte agricola tutta unita con le Case Spumantiere ha trovato una bozza d’accordo per tutta la filiera ed il comparto. Poi arriva puntualmente un sindacato e mette tutto in soqquadro. Tutto ha un nuovo inizio e dopo altri 42 giorni si trova una nuova intesa con resa unica a 80 ql/ ha sia per Asti docg che Moscato d’Asti docg avendo solo per i produttori che vinificano e imbottigliato il loro prodotto nell’ambito del Moscato d’Asti una resa di 90 ql/ ha. A questo punto la Regione dà risposta negativa dopo molte verifiche così si prospetta un altro giorno difficile quasi da fare intervenire l’Avvocato Azzeccagarbugli!. Un altro sindacato vuole rese differenti con il ripristino delle trattenute “ma guai a chiamarle tali”. “La Produttori del silenzio” (Produttori di Moscato?) è seduta in riva al fiume ad aspettare il cadavere di molti. MA COME SI FA A CRESCERE SE C’ È SEMPRE QUALCUNO CHE SPARA SUL SISTEMA SENZA PRODURRE UN KILO DI UVA».
Infine lo stesso Sandri, che è anche un appassionato poeta, chiude con alcuni suoi versi. E scrive:

Viticoltori si nasce coltivando la Terra .
Si cresce vivendo ritti dinnanzi alla Natura .
Ascoltando il Respiro del Suolo vivo .
Lasciandosi cullare negli aromi del Moscato .

Mario Sandri

Bello! Bravo Mario! E se la poesia bastasse a risolvere la situazione saremmo già a posto, ma non è così. Non resta che attendere i prossimi sviluppi che promettono proprio nulla di poetico. Purtroppo.

fi.la.  

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