MELE AUTOCTONE DEL BIELLESE

i prodotti tipici del Piemonte

 

Nel Biellese, esiste un patrimonio considerevole di vecchie varietà di mele che possono essere distinte in “mele a larga diffusione” ed in “mele a media diffusione”
Per quanto concerne il primo gruppo, si citano:
Ø Pum d’la biula: tale varietà di mela è diffusa nel biellese centro-occidentale. La raccolta avviene la I decade di ottobre mentre si consumano da gennaio e si conservano fino a maggio. Il frutto ha forma appiattita; il profilo equatoriale è circolare; il peduncolo è medio lungo; la cavità peduncolare è mediamente profonda e liscia; il calice è chiuso e leggermente appiattito mentre la cavità calicina è poco profonda e leggermente solcata.
La buccia è liscia, sottile, un po’ untuosa (l’untuosità aumenta con la maturazione) e presenta marezzature e/o striature di colore rosso vivo. Essa ha, tra le caratteristiche, numerose ed evidenti lenticelle di colore biancastro.
La polpa è di colore bianco-verdastra, succosa, di consistenza tra il sodo ed il croccante, con sapore gradevolmente acidulo ed è poco profumata.
La “Pum d’la biula” è una delle mele più caratteristiche per forma, colore e conservazione anche se, talvolta, si tende a confonderla con varietà provenienti da oltreoceano.
Ø Dosc piàt: pianta diffusa nel biellese occidentale. La raccolta avviene la III decade di settembre, può essere consumata subito dopo la raccolta e si conserva fino a marzo. I frutti hanno una forma appiattita; il profilo equatoriale è circolare; il peduncolo è lungo e sottile ed è l’elemento che le caratterizza rispetto ad altre mele similari. La cavità peduncolare è profonda, lievemente rugginosa e liscia; il calice è chiuso ed appiattito mentre la cavità calicina è mediamente profonda, liscia o lievemente rugosa.
La buccia è liscia, piuttosto coriacea con una caratteristica macchia rossa all’insolazione. Le lenticelle sono poche, evidenti e regolari.
La polpa ha una consistenza soda, lievemente succosa, ha un sapore dolciastro ed è leggermente profumata. E’ caratterizzata da un retrogusto che ricorda il sapore delle spezie ed ha un colore bianco puro.
Si può ritenere che la diffusione di questa mela sia partita dal Comune di Mongrando o, comunque, dalla Valle Elvo. E’ ottima sia cruda che cotta.
Ø Piatlin: varietà di mele diffuse nel biellese centro-occidentale. In alcune zone della Serra queste mele sono conosciute come Piatarlini. La raccolta avviene la III decade di settembre, può essere consumata subito dopo la raccolta e si conserva fino a marzo. I frutti hanno una forma appiattita; il profilo equatoriale è circolare e lievemente costoluto; il peduncolo è da medio a corto. La cavità peduncolare è mediamente profonda e lievemente rugosa; il calice è aperto ed eretto mentre la cavità calicina è mediamente profonda e lievemente rugosa.
La buccia, di colore rugginoso, tra il verdastro ed il bronzato, è rugosa, grinzosa, bitorzoluta e si contraddistingue per essere particolarmente sottile. Le lenticelle sono numerose e visibili con una lente.
La polpa, leggermente profumata, ha una consistenza croccante, succosa con sapore lievemente acidulo, aromatico ed un gusto spiccato tra nocciola e mandorla.
La “Piatlin” è una tra le più caratteristiche mele del biellese. La forma particolare e l’aroma la rendono unica ed inconfondibile.
Ø Rigadin Piantassùn: tale varietà di mele è diffusa nel biellese occidentale. La raccolta avviene la I decade di settembre, può essere consumata da fine settembre e si conserva fino a gennaiofebbraio. I frutti hanno una forma sferoidale appiattita; il profilo equatoriale è costoluto; il peduncolo è medio. La cavità peduncolare è media e lievemente solcata; il calice è chiuso ed eretto mentre la cavità calicina è profonda e solcata.
La buccia, untuosa al tatto, ha una base di colore giallo intenso striata di rosso violaceo; essa è abbastanza spessa e mediamente coriacea. Le lenticelle sono poco evidenti e regolari. La polpa, intensamente profumata, ha una consistenza soda, è succosa con sapore acidulo ed ha un colore bianco puro.
E’ una delle mele più profumate ed è uno dei frutti che sono stati salvati dall’estinzione.
Tra le mele di origine biellese a media diffusione possono, invece, essere ricordate:
Ø Pum d’aràm: tale varietà di mele è diffusa nel biellese orientale. La raccolta avviene la I decade di ottobre, può essere consumata da fine novembre e si conserva fino a gennaio. I frutti hanno una forma tronco-conica oblunga ed asimmetrica; il profilo equatoriale è costoluto; il peduncolo è corto. La cavità peduncolare è media, rugosa, rugginosa e lievemente solcata; il calice è chiuso ed appiattito mentre la cavità calicina è poco profonda, liscia, costoluta ed asimmetrica.
La buccia, lievemente cerosa su un lato è liscia, sottile e rugosa e, dalla parte dell’insolazione assume una colorazione rugginoso-ramata. Le lenticelle sono numerose, evidenti, regolari e non areolate.
La polpa, gradevolmente dolce verso la buccia e piacevolmente acidula verso l’interno, ha una consistenza croccante e succosa.
Con lo stesso nome, in altre zone del Piemonte come la Val d’Ossola, si identificano genericamente le mele rugginose.
Ø Dosc dur: tale varietà di mele è diffusa nel biellese occidentale. La raccolta avviene la III decade di settembre, può essere consumata da fine novembre e si conserva fino a febbraio-marzo. I frutti hanno una forma sferoidale appiattita ed irregolare; il profilo equatoriale è circolare o lievemente costoluto; il peduncolo è corto e mediamente grosso. La cavità peduncolare è liscia, rugginosa, mediamente profonda; il calice è chiuso ed appiattito mentre la cavità calicina è poco profonda e lievemente solcata.
La buccia è liscia, cerosa, spessa ed ha un caratteristico sapore amarognolo. Le lenticelle sono evidenti, irregolari, areolate e poco numerose.
La polpa ha una consistenza sodo-compatta, abbastanza asciutta ed un sapore dolce ma con poco gusto e profumo.
La mela “Dosc dur” era utilizzata in cucina per la preparazione dn un piatto tipico ormai quasi dimenticato: rape, salsiccetta e mele.
Ø Partùs: tale varietà di mele è diffusa nel biellese occidentale. La raccolta avviene la II decade di ottobre, può essere consumata da marzo e si conserva fino a giugno. I frutti hanno una forma sferoidale lievemente asimmetrica; il profilo equatoriale è leggermente costoluto; il peduncolo è corto. La cavità peduncolare è profonda, liscia, lievemente solcata e leggermente rugginosa; il calice è chiuso ed eretto mentre la cavità calicina è asimmetrica, mediamente profonda, molto incavata, a sezione ovale o elissoidale.
La buccia è liscia e piuttosto sottile e le lenticelle, visibili solo con la lente, sono poco evidenti, regolari ed areolate.
La polpa ha una consistenza croccante e succosa con sapore acidulo ed ha un colore da biancoverdastro a bianco-creama.
Tale varietà di mele, seppure non molto gradevole al palato, era coltivata per la sua lunga conservazione. Non è raro, infatti, trovare nei mesi di marzo-aprile mele che, cadute dall’albero e non raccolte, si trovano in perfetto grado di conservazione.
Ø Ruzg-nént o rizgiulént: tale varietà di mele è diffusa nel biellese centro-occidentale. La raccolta avviene la II decade di settembre, può essere consumata da novembre e si conserva fino a gennaio-febbraio. I frutti hanno una forma da tronco-conica breve a sferoidale asimmetrica; il profilo equatoriale è circolare e lievemente costoluto; il peduncolo è da corto a medio-grosso. La cavità peduncolare è profonda, irregolare e rugosa; il calice è eretto e semiaperto mentre la cavità calicina è mediamente profonda ed asimmetrica.
La buccia è rugosa, lievemente bitorzoluta, rugginosa uniforme e mediamente sottile. Le lenticelle sono poco numerose, scarsamente evidenti ed areolate bianco su bruno.
La polpa, di sapore gradevolmente acidulo ed aromatico, ha una consistenza croccante e succosa ed un colore bianco-crema.
La mela “Ruzg-nént” o “Rizgiulént” è, tra le mele acidule, una delle migliori da forno. E’ conosciuta anche come Arzgulent, Ad La Pel dal Babi, Renette D’Ungheria, ecc. e fa parte della grande famiglia delle “ruggini”.

Zona di produzione
La coltivazione è ancora diffusa, a seconda della varietà, nelle sopracitate zone del biellese.

La storia
La coltivazione delle varietà di “Mele autoctone del biellese” ha origini antiche.
Il consumo di mele accompagna anche momenti particolari di festa (ad esempio, feste paesane) nonché piatti tradizionali.
Tali varietà di mele erano utilizzate anche per la produzione del succo di mele preparato secondo una metodologia che vanta una tradizione plurisecolare durante le feste di paese, come, ad esempio avveniva a Sagliano Micca (Biella). In quelle occasioni, si portava in piazza un torchio e si effettuava la torchiatura della frutta in presenza della popolazione. Il succo, consumato immediatamente dagli astanti, accompagnava fumanti caldarroste.

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