Quando il gelato piemontese sale in cattedra e abbina il marketing al buon uso del territorio

inserito il 11 Maggio 2009

 

h10_1561Fare pubblicità ad una banca facendo reclame alla propria attività e al territorio piemontese, per una volta, non nel nome del vino. È accaduto a pagina 9 dell’edizione dell’11 maggio del quotidiano La Stampa di Torino.

Lì c’è l’ennesimo annuncio di un groppo bancario che, come testimonial, ha scelto Federico Grom e Guido Martinetti, giovani patron della catena di gelateria Grom con decine di punti vendita in Italia e anche spacci all’estero. Grom è un fenomeno gastronomico come ormai siamo abituati a registrare quasi quotidianamente. Grom e Martinetti (quest’ultimo figlio di quel Martinetti selezionatore di pregiatissimi vini del Piemonte) qualche anno fa, nonostante la giovane età, hanno avuto fiuto individuando nel gelato artigianale non solo il simbolo del gusto made in Italy, ma anche il prodotto giusto da abbinare alle produzioni agroalimentari di pregio del Belpaese e che, particolare non secondario, ha costi di produzione inferiori ad altri. Dunque ecco il fenomeno Grom. Che si declina anche sul territorio. Infatti da un paio d’anni i due imprenditori hanno acquistato appezzamenti di terreno in quel di Costigliole d’Asti, terra di moscato e barbera, per impiantare coltivazioni di frutti pregiati. Risultato: materia prima controllata e a costi concorrenziali rispetto a quella acquistata dai fornitori, filiera cortissima che diventa un valore aggiunto anche dal punto di vista del marketing, sfruttamento dei tanti appeal di un’area famosi per i vini e che è pure candidata a patrimonio dell’Umanità. Va da sè che una pagina di reclame a questo fenomeno non si rifiuta di certo. E Sdp non può che applaudire all’abilità imprenditoriale della premiata ditta Grom & Martinetti.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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