Quasi Natale #4. L’Alta Langa docg chiude col botto, dalla vendemmia 2018 usciranno 1,3 milioni di bottiglie. Intervista a Giulio Bava (Consorzio): «Era già tutto previsto. Noi profeti in Patria»

inserito il 10 Dicembre 2018

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Giulio Bava, produttore e presidente del Consorzio di Tutela dell’Alta Langa non ha dubbi: «Abbiamo chiuso il 2018 con il botto. Ce lo aspettavamo. Ci saremmo stupiti del contrario. Abbiamo lavorato duro per questi risultati».
Già, i risultati. I numeri del venduto ancora non ci sono, ma Bava assicura che superino il milione di pezzi, «E di sicuro l’Alta Langa è già tutto venduto» sostiene.
Quanto al valore il Metodo Classico piemontese a base di uve pinot nero e chardonnay si attesta tra le 15 e oltre i 30 euro a bottiglia. Mica male.
Poi ci sono i numeri della vendemmia 2018 che, come da disciplinare, sarà in commercio non prima il 2021: 1.500 quintali di uva raccolti per una produzione pari a 1,3 milioni di bottiglie di Alta Langa docg millesimo 2018. «La bella vendemmia di quest’estate soddisfa in pieno le aspettative del Consorzio Alta Langa che chiude così in bellezza un anno particolarmente dinamico» è il commento istituzionale che annota crescite anche del vigneto, 350 ettari nel prossimo biennio rispetto agli attuali 280 ettari, di cui 130 ciascuno tra la provincia di Asti e quella di Cuneo e una ventina in quella di Alessandria.
Tra i numeri quelli delle percentuali di vendita che affidano a solo un 5% il mercato estero, soprattutto Usa, non sono per Bava una diminutio. «Al Contrario – dice -, il mercato italiano, pur con i suoi difetti, ha appeal interessanti sia dal punto di vista commerciale che logistico. Poi – aggiunge – essere profeti in Patria ha i suoi vantaggi. Oggi l’Alta Langa fa numeri perché è conosciuto è l’abbiamo fatto conoscere in Italia. Sempre di più è richiesto nei bar e acquistato e non solo dai wine lovers esperti. È questo il lavoro di promozione e valorizzazione che volevamo fare, abbiamo fatto e faremo».
Quanto all’estero? «Non possiamo aggredire i mercati esteri senza avere la produzione necessaria – dice il presidente del Consorzio -. L’export è un capitolo da analizzare con prudenza». Bava, inoltre, sottolinea come ogni maison che aderisce al Consorzio abbia pari dignità: «Non ci sono grandi e piccole aziende. Spesso un piccolo marchio fa più Alta Langa di uno grande. È una cosa di cui vado fiero». Una visione democraticamente “champagnistica” dell’Alta Langa. «Una visione nostra e piemontese» rivendica.
Poi, però, c’è il fronte interno. Ora che l’Alta Langa sembra essere in possesso di tutte le caratteristiche per accreditarsi come uno dei Metodo Classico più interessanti e promettenti del panorama enologico (e commerciale) italiano, ecco che si era fatta avanti l’ipotesi che, oltre a pinot nero e chardonnay, entrasse della “base ampelografica” di uve atte a diventare Alta Langa anche il nebbiolo. Ipotesi osteggiata da molti produttori, ma supportata in qualche modo da chi, barolisti in prima fila, vedeva nel nebbiolo una sorta di “patente” di territorialità (con tutti gli annessi commerciali non trascurabili) anche se pinot nero e chardonnay sono coltivati in Piemonte da più di un secolo. Bava al proposito commenta così: «Il Consorzio ha presentato richiesta di leggere modifiche al disciplinare. L’ingresso dell’uva nebbiolo nella base per Alta Langa non è previsto». Punto.
Infine un accenno al prossimo rinnovo del Cda del Consorzio di Tutela, ci sarà una riconferma di Giulio Bava alla presidenza: «Sarà il Cda a decidere» risponde cauto il presidente uscente.

COS’È L’ALTA LANGA DOCG
L’Alta Langa Docg è lo spumante brut del Piemonte.  Una denominazione dalla produzione contentuna, con una storia molto lunga: fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee” oggi riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco.
È fatto di uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi.
L’Alta Langa è esclusivamente millesimato, riporta cioè sempre in etichetta l’anno della vendemmia.
L’Alta Langa bianco ha sfumature da giallo paglierino a oro intenso e aromi che ricordano la frutta bianca e gli agrumi con sentori di crosta di pane. Al palato è armonico, caratterizzato da una delicata sapidità.  L’Alta Langa rosé ha un colore rosa cipria o più marcato quando è giovane, l’intensità aromatica tipica del Pinot Nero, con profumi che  spaziano dal pompelmo alle spezie, un gusto fruttato, equilibrato, ampio e lungo.

IL CONSORZIO:
103 soci del Consorzio
78 vigneron
25 case spumantiere

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