Ricette italiane farlocche. Dopo i rigatoni alla Bolognese in bianco il NYT ne combina un’altra: la Bagna Cauda con l’insalata di rucola e avocado

inserito il 22 Agosto 2016
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Bagna Cauda con ingredienti le le sue verdure (da ansa.it)

Qualche giorno fa è scoppiata la polemica dei rigatoni. Il New York Time, in una sua rubrica, li aveva proposti nella versione “alla bolognese” ma cucinati in bianco (leggete qui). Sacrilegio! Social e gironali ci hanno inzuppato il biscotto, pardon, il rigatone, gridando allo scandalo culinario perché la ricetta tradizionale prevede il pomodoro. Tanto clamore è stato fatto che anche la Federazione Italiana Cuochi è intervenuta con un comunicato nel quale Giuseppe Boccuzzi, presidente dell’Unione Cuochi Bolognesi, delegazione provinciale della FIC-Federazione Italiana Cuochi, dichiara: «Se si vuole fare cucina italiana all’estero non si può improvvisare, le ricette vanno rispettate e i prodotti, gli ingredienti, devono essere italiani. Prima di spacciare un piatto per quello che non è, occorre rivolgersi alle Camere di commercio, alle Province o ai Comuni, dove si possono reperire informazioni precise sulle ricette originali, in modo che i piatti proposti come “italiani” si avvicinino il più possibile alla vera cucina made in Italy. È vero che le nostre regioni, dalla Sicilia al Veneto, dal Piemonte alla Campania, e così via, hanno tutte le loro ricette e non è sempre facile seguirle e rispettarle. Ma il rischio è che i cittadini di un Paese straniero, assaggiando una ricetta “italiana” non eseguita correttamente, pensino che quello sia il piatto originale, quando di originale magari ha soltanto il nome… Se non si riesce a riprodurre in maniera perfetta una ricetta, bisogna almeno fare in modo che sia fedele all’originale come minimo per l’80%, altrimenti non ha senso e danneggia il vero Made in Italy».

Dunque anatema. Il fatto è, però, che l’autorevole NYT non è nuovo a queste “forzature”. Alcune riguardano anche i piatti mito del Piemonte come la “sacra” bagna cauda che viene proposta addirittura come condimento di una fresca insalata a base di rucola e avocado. Inorridite qui. Roba da Sex and the City. Ora ci aspettiamo che orde di appassionati della famosa salsa a base di acciughe e aglio chiedano al NYT i danni e di rettificare per lesa “bagnacaudità”.

Seriamente: lo “scandalo” sui rigatoni “bianchi” fa un po’ ridere anche perché è da anni che chef e blogger stranieri attraverso i tanti (troppi) programmi tv e blog di cucina non da ora stravolgono le ricette italiane. Il caso più eclatante ciroca un anno fa ancora su una ricetta di pasta: la famigerata “carbonara alla francese” il cui video si può ancora trovare su qualche canale italiano (sul blog francese che l’aveva proposta è introvabile). Guardate qui. Anche in quel caso ci furono proteste su social e media, ma a quanto pare son sertite a nulla se a distanza di un anno i piatti italiani vengono iterpretati come si vuole.

Che fare? Infischiarsene forse è la soluzione migliore. Perché se vuoi mangiare italiano per bene devi venire in Italia. Punto. È inutile che ci vengano a raccontare che a Tokyo fanno i ravioli al plin come in Piemonte. Sarà vero, tecnicamente, ma una volta fuori dal ristorante ti ritrovi tra i grattaceli con gli occhi a mandorla e non davanti alle Langhe. Non è cosa di poco conto.

SdP

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