Squillari (Consorzio di tutela) a Sdp: «Io qui per rilanciare il piano di rilancio dell’Asti spumante»

inserito il 13 Febbraio 2009

 

Aldo Squillari

Aldo Squillari

Aldo Squillari, 53 anni, è il nuovo direttore del Consorzio dell’Asti. Ma non è questa la notizia che volevamo dare. La “notiziona” è che Squillari vuole rilanciare il piano di rilancio dell’Asti. Sembra un gioco di parole, ma lui, Squillari, lo ha detto veramente nel corso dell’intervista concessa a Sdp.

«Sono qui per rilanciare il piano di rilancio» ha dichiarato sorridendo del bisticcio lessicale. E noi di Sdp gli abbiamo creduto. Anche perché il Consorzio controlla immagine e prodotto di un settore strategico nel panorama eno-economico italiano con Asti spumante e Moscato d’Asti docg (il famoso “tappo raso”) che ogni anno vendono oltre 90 milioni di bottiglie in Italia e nel mondo, con una zona di produzione che coinvolge settemila aziende agricole e una quarantina tra case spumantiere, cooperative e vinificatori, distribuiti in tre province del Basso Piemonte: Asti, Alessandria e Cuneo. Ecco, dunque, il testo della chiacchierata con “Mr Asti”.

 (Sdp) Dottor Squillari lei arriva da esperienze manageriali di alto livello. Ha lavorato per marchi importanti, tra cui anche Cinzano. Chi glielo ha fatto fare di accettare la direzione del Consorzio dell’Asti?

 «Sono nativo di Mombercelli. Ho sempre apprezzato i vini del territorio. L’Asti in testa. È stato naturale, dopo tante esperienze anche fuori dall’Italia, tornare dalle parti di casa»

 (Sdp) E poi…?

 «Poi da cosa nasce cosa. Stavo lavorando in una società di consulenze ed è nata questa occasione con il Consorzio dell’Asti…»

 (Sdp) Qual è la situazione del piano di rilancio dell’Asti e del Moscato oggi?

 «Stiamo valutando quello che è stato fatto fino ad oggi. Allo stato l’unica cosa certa è che si proseguirà nel progetto di rilancio…»

 (Sdp) Che ha uno stanziamento di 40 milioni di euro, parte da agricoltori e case spumantiere e parte dallo Stato, distribuiti in quattro anni. Però sembra che solo una parte dei soldi sia stata spesa. Gli altri che fine hanno fatto? Ancora bloccati a Roma?

 «Intanto i milioni sono 42. Non mi risulta che siano bloccati. I soldi ci sono e non sono ancora stati spesi»

 (Sdp) E come li spenderete?

 «Su questo dobbiamo ragionare con calma e dopo avere analizzato la situazione dei mercati nazionale e esteri. Difficile ora dire su quali canali punteremo».

 (Sdp) A proposito di mercati, come sono andate le vendite di Asti e Moscato? Si parla di flessioni in Italia e su alcuni comparti oltreconfine, anche concentrati a fine 2008 quando invece le vendite dovrebbero andare bene…

 «Stiamo ancora raccogliendo i dati. Quando li avremo tutti tireremo le somme. Certo anche Asti e Moscato hanno risentito della crisi, meno, però, di altri vini»

 (Sdp) C’è chi dice che l’Asti ha bisogno di testimonial credibili…

 «Bisogna capire chi sono gli opion leader che possono fare bene al settore. Anche questo sarà oggetto di analisi».

 (Sdp) L’Asti è e resta un prodotto stagionalizzato, le cui vendite, nonostante tanti tentativi, restano  legate ai brindisi natalizi e di fine anno. Si faranno altri tentativi per scardinare questa situazione?

 «Il fatto che alcune aziende abbiamo già prodotto Asti diversificati, non solo da abbinare ai dolci, è già un segnale i questo senso. Poi la diffusione di Asti in bar e discoteche aiuta»

 (Sdp) Però ci sono marchi che vendono Asti docg a prezzi molto bassi…

 «Questo riguarda le strategie aziendali che devono tenere conto anche della situazione del mercato. Noi del Consorzio dobbiamo tutelare il disciplinare, l’immagine, la produzione, insomma il buon nome del prodotto, Non possiamo e dobbiamo sostituirci ai manager»

 (Sdp) Assomoscato, la società che raggruppa tremila coltivatori di uva, controparte delle aziende spumantiere, ha già avanzato richieste di ritoccare verso l’alto il prezzo dell’uva che la scorsa vendemmia è stato fissato a un po’ meno di 10 euro al miriagrammo. Il Consorzio ha sempre fatto da garante nella trattativa tra coltivatori e maison dello spumante. Che ne pensa di questa richiesta a 7/8 mesi dalla vendemmia?

 «Il confronto tra parte agricola e aziende di trasformazione fa parte delle dinamiche commerciali»

 (Sdp) Eventi pubblici e progetti consortili a breve termine?

 «Partecipare al Vinitaly di Verona e rendere il nostro nuovo sito Internet ancora più interattivo, credo molto nel valore di Internet»

 (Sdp) A proposito di web, due settimane fa abbiamo mandato una mail spacciandoci per un cinese in cerca di notizie su Asti Spumante e territorio. Come altri Consorzi blasonati, come ad esempio quelli del Barolo e del Brachetto, non ci avete ancora risposto.

 Squillari sorride divertito. «Davvero vi siete fatti passare per cinesi? E non abbiamo risposto alla mail? Controllo e poi vi dico»

 Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it) info@saporidelpiemonte.it

 

 

 

 

 

 

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