Talk Show a Castello del Poggio (Asti). Zonin: «L’Astigiano come la Langa per imprenditorialità agricola. Agroaccellenze ambasciatrici di territorio e turismo»

inserito il 19 Giugno 2015

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Un settore che vuole crescere e che per farlo ha bisogno di risorse, di credito, dell’attenzione delle banche, ma anche di un cambio di passo, di un imprenditoria più intraprendente, che guardi avanti, in sinergia con altri settori complementari come il turismo, la tutela del paesaggio, la sua promozione e valorizzazione insieme alla cultura e alle tradizioni. È un quadro a tutto tondo sull’agricoltura di qualità piemontese e astigiana, ma con un occhio alle evoluzioni in campo nazionale e europeo, quello che è emerso dal talk show che si è svolto giovedì, 18 giugno, al Castello del Poggio, la tenuta del gruppo Zonin che si trova a Portacomaro Stazione, a due passi dal centro di Asti, su uno dei colli più belli della campagna astigiana e al centro di un magnifico vigneto a corpo unico di 160 ettari, il più grande del Piemonte.

Parterre affollato da oltre 200 imprenditori agricoli, pattuglia di giornalisti e autorità locali e non, per seguire il convegno “Il Piemonte del vino (h)a credito?”, organizzato da Confagricoltura Asti e da Banca Popolare di Vicenza.

Sul palco una “squadra” di relatori di livello. Oltre a Gianni Zonin, nelle vesti di imprenditore agricolo a capo dell’omonimo gruppo vinicolo, “padrone di casa” e presidente della Banca vicentina, c’erano Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura, Alberto Cirio, europarlamentare della Commissione Agricoltura e Ambiente della Ue, Massimo Fiorio, deputato astigiano e vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera e Giorgio Ferrero, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte. A condurre il talk show Sebastiano Barisoni di Radio24.

Si è entrati subito nel vivo con le parole di saluto e apertura del presidente provinciale Confagricoltura, Massimo Forno che ha rimarcato la richiesta al mondo creditizio «di avere tempo e saper aiutare i piccoli per aggregarsi e crescere come i grandi che già affrontano il mercato globale». È stato quindi Gianni Zonin a chiarire che: «Le agroeccellenze hanno bisogno del turismo per valorizzarsi e per promuovere il proprio territorio». Il modello è la Langa che in campo vinicolo ha fatto impresa puntando sull’agricoltura come volano per il turismo e l’economia del territorio.

Impossibile non pensare ai nodi da sciogliere per essere competitivi in campo nazionale e internazionale: dimensioni e distribuzione sono i punti cardine dell’impresa agricola moderna che si confronta anche con tasse aumentate e costi dei terreni alti.

In questo senso Guidi ha chiesto agevolazioni determinanti: «Cambiale agraria e tasso zero per l’acquisto dei terreni confinanti per evitare un patrimonio troppo frammentato. Sono punti di partenza – ha sostenuto – per le sfide del futuro, per immaginare l’impresa agricola guardandola già con gli occhi dei nostri figli». Da Confagricoltura, poi, è venuto l’impegno di essere al fianco dell’imprenditore nella concertazione con le istituzioni.

Gli amministratori pubblici hanno risposto. Massimo Fiorio ha assicurato lo snellimento del carico burocratico e dei controlli attraverso l’introduzione del registro unico telematico. Opportunità dall’Unione Europea sono state indicate dall’eurodeputato Alberto Cirio, mentre l’assessore regionale Giorgio Ferrero ha fatto riferimento al Programmi di sviluppo rurale (Psr) che porterà nelle aziende piemontesi circa 40 milioni. Da Ferrero è giunta anche una critica alla liberalizzazione degli impianti voluta dall’Europa, rimarcando come modello vincente quello delle Doc che ha fatto del vino un «patrimonio di fatto».

A microfoni spenti il commento soddisfatto di Gianni Zonin: «Contento che dall’Astigiano, partano segnali per un rilancio del mondo del vino piemontese, tassello basilare dell’enologia italiana»

SdP (fotografie di Vittorio Ubertone)

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