Tasting Europe (not Italy). Ecco il portale Ue della cucina europea che parla poco di Italia e per niente di Piemonte

inserito il 18 Febbraio 2014

Si può parlare di cucina europea senza parlare di cibo e vini piemontesi? Si può parlare di eventi legati al gusto senza citare le fiere piemontesi del tartufo? Si può citare il moscato lombardo e non quello piemontese che produce 100 milioni di bottiglie vendute nel mondo? Sì, si può. Lo fa i nuovo portale http://www.tastingeurope.com/, letteralmente “assaggiando l’Europa”, online da qualche giorno. Il sito, solo in inglese, realizzato dalla Commissione europea (http://ec.europa.eu/) e dalla European Travel Commission (www.etc-corporate.org) sorta di agenzia turistica della Ue la cui missione sarebbe (qui capirete perché abbiamo usato il condizionale) “… rafforzare lo sviluppo sostenibile dell’Europa come destinazione turistica e aumentare la competitività attraverso la raccolta di conoscenze e la condivisione delle migliori pratiche nel campo del turismo, nonché la creazione di piattaforme di marketing professionali per la promozione di esperienze pan-europee, che sono complementari alle singole azioni di marketing dei suoi membri”.

Il portale si avvale anche di un testimonial, niente meno che Antonio Tajani, europarlamentare berlusconiano, ex pilota militare e giornalista professionista di successo (è stato inviato di guerra e corrispondente parlamentare, correndo quasi gli stessi rischi) che è vicepresidente della Commissione europea (qui il suo cv: http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/tajani/about/cv/index_it.htm).

Antonio Tajani

Antonio Tajani

Un intervento importante quello di Tajani che, con, secondo noi, qualche concessione alla banalità e al luogo comune, è presentato in home page con padella in mano di parannanza (grembiule da cucina) d’ordinanza. Ma pazienza, passiamo ad analizzare il portale e dai primi clic ci accorgiamo subito, a parte una certa difficoltà di navigazione, dell’incompletezza delle notizie. Daremo un dolore a piemontesi, ma in tastingeurope.com non c’è traccia di Moscato, Barolo, Barbaresco, tartufo. Al link “routes” che dovrebbe indicare gli itinerari del gusto, ci sono 8 mete, 7 lombarde e una del Sud Tirolo. Punto. Del Piemonte (ma anche di altre regioni) non c’è segno. Al link Fairs & Festivals (Fiere e Festival) nessuna citazione della Fiera internazionale del Tartufo di Alba, né delle fiere concorso enologiche (Douja d’Or di Asti o Vinum di Alba comprese), né del Salone del Gusto di Slow Food che pure attira migliaia di visitatori anche stranieri. Alla voce piatti tradizionali non va meglio, c’è solo un italiano: il merluzzo alla vicentina. Per fortuna in home page ci sono link che segnalano eventi gastronomici in Toscana, Trentino, Veneto… in Piemonte no, non sono segnalati eventi. Francamente questo portale ci riporta alla memoria i “fasti” di un altro portale, www.italia.it, che ora è il restyling, ma che fino a qualche anno fa vantava penosi record in fatto di errori, orrori ed omissioni in tema di cibo, vino e turismo in Piemonte e che SdP aveva puntualmente segnalato (leggete qui: http://www.saporidelpiemonte.net/blog/sprechi-tra-eno-errori-feste-inesistenti-e-nomi-storpiati-ecco-gli-svarioni-del-sito-ministeriale-del-turismo-costato-8-milioni/) Ma perché non c’è traccia di Piemonte sul portale europeo del turismo enogastronomico? È colpa di chi ha fatto il portale? O del Piemonte che non ha comunicato un tubo? Le parole dell’On. Tajani di presentazione al portale sembrano accreditare questa seconda ipotesi. Scrive, infatti, il vicepresidente della Commissione Europea: «Credo che un viaggio in Europa sia completo solo dopo aver sperimentato la nostra cucina straordinaria e diversificata. Questo nuovo strumento di comunicazione (sic!) aiuterà (sic!) i turisti a pianificare meglio le loro vacanze in Europa. D’altra parte, gli uffici del turismo a livello nazionale e locale, avranno a disposizione uno strumento facile e gratuito attraverso il quale pubblicizzare i propri eventi gastronomici e raggiungere una maggiore visibilità. Il portale consente di condividere e diffondere gli eventi gastronomici non solo in Europa, ma anche attirando visitatori da tutto il mondo».Ma allora sorgono spontanee altre domande: chi doveva fare cosa? Quelli dell’European Travel Commission hanno contattato la Regione Piemonte? Le Atl, cioè le agenzie turistiche locali che dipendono da province e Comuni sono state allertate? E, infine, perché nel Portale così poche notizie del Piemonte e dell’Italia? È ancora una volta colpa della palude Italia? Intanto se dalla Cina e dagli Usa si collegano a http://www.tastingeurope.com/, non trovano notizie su, chessò, la candidatura Unesco dei paesaggi vitivinicoli piemontesi? news sulle cattedrali sotterrane di Canelli nell’Astigiano, dove è nato il primo spumante d’Italia? Le strade del vino di: Barolo, Astesana, Gavi, ecc. ecc..? La Langa? I formaggi dop piemontesi? Il Palio di Asti che è il più antico d’Italia (persino quello notissimo di Siena è venuto dopo)? In compenso, però, possono scegliere di andare a visitare Creta e gustare le sue famose torte di spinaci, o percorrere la strada dei vini del Danubio o addirittura quelle del formaggio Gruyer che è in territorio svizzero anche se la Svizzera non fa parte della Ue.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

7 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. filippo 15 Marzo 2014 at 12:18 -

    Terry… ti lovvo!

  2. terry 14 Marzo 2014 at 22:00 -

    E certo che é raffazzonata! Non sei affatto ipercritico. Ma il problema é che, a quanto mi dicono, chi primo arriva prima arraffa. Ti farò sapere se ho conferme alla mia teoria.
    Mi sto informando, ormai mi hai messo la pulce…

  3. filippo 14 Marzo 2014 at 19:27 -

    hai ragione Terry, ma l’Europa non siamo anche noi?… cioè, mi va bene che gruppi privati finanziati da Ue promuovano il territorio, ma il portale mi pare comunque una roba un po’ raffazzonata… all’armata brancaleone…come sempre quando si tratta di Europa… ma forse sono impercritico

  4. terry 14 Marzo 2014 at 17:37 -

    Scherzavo, ovviamente! Che in europa non ci abbiano in nota non mi stupisce, ovviamente…ma alla fine sono andata a vedere il sito (la curiosità è sempre femmina).
    Pare che non sia citato neanche il Bordeaux. Leggera consolazione…
    Da giornalista mi è venuto di sentire qualcuno degli “uffici del turismo nazionale e locale”, per sapere come mai non hanno fornito le dovute informazioni. E infatti li ho sentiti (viziaccio. E infatti non ne sanno niente. Ma…
    Se guardi bene, ci sono citate associazioni come Via Francigena, Intervitis ecc.: gruppi (privati) che si sono costituiti e hanno magari anche ricevuto finanziamenti europei
    Ipotesi: che l’Europa li abbia presi come referenti perchè hanno avuto rapporti ufficiali con le istituzioni di Bruxelles?
    Se così fosse, la morale sarebbe una: se non bussi e non ti presenti nessuno ti conosce. Di cosa ci stiamo lamentando?

  5. Adriano Salvi 14 Marzo 2014 at 11:44 -

    @Terry, dal punto di vista vitivinicolo sono ovviamente d’accordo., conosco anch’io parecchi svizzeri che sono venuti da noi a fare i vignaioli…..per me non è neppure più una questione di tasse….visto che non guadagno più un tubo….ma la mia riflessione era dedicata a quella Ue che mi ha deluso profondamente….ovvio che alla mia età resto dove sono…..

  6. terry 14 Marzo 2014 at 11:03 -

    In Svizzeraaaa? Caro Adriano, quando penso alla Svizzera, mi viene sempre in mente il mio amico Antoine Luginbühl,viticoltore in Toscana. Quando gli ho chiesto come mai si era trasferito in Italia dalla perfettissima Svizzera mi ha risposto “Perché ero stufo di non vedere mai maturare le uve”.
    E no, mio caro, qualunque sia la tassa, io preferisco vivere in un paese dove le uve maturano!
    ;)))

  7. Adriano Salvi 18 Febbraio 2014 at 15:52 -

    ma cos’è un “complotto delle potenze plutocratiche” come l’avrebbe definito il Duce? Questo euroaborto di portale era difficile immaginarlo così inutile e financo dannoso a chiunque…..Qui occorrerebbe organizzare spedizioni punitive e pestaggi a gli autori di tanto obbrobrio…..Tra gli errori della mia vita che non mi perdono, c’è quello di aver creduto da ragazzo nell’unione europea, solo con gli anni mi sono poi reso conto dell’orrendo baraccone in cui l’Italia, socio fondatore, si era ficcata, ma con l’avvento dell’euro ho poi capito che eravamo caduti nel baratro…..Spero nella prossima vita di rinascere in Svizzera….

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