Terrorismo. Testimonianza: «Io, produttrice di vino, nell’inferno di Bruxelles». Anna Ghione di Canelli racconta la sua drammatica esperienza

inserito il 23 Marzo 2016

«Due coincidenze mi hanno probabilmente salvato la vita o comunque mi hanno evitato di essere al centro di una tragedia: aver perso un tram per l’aeroporto e avere incontrato una signora che mi ha avvertito dell’attentato allo scalo belga».  Ricorda il film “Sliding Doors” con Gwyneth Paltrow la drammatica vicenda di cui è stata suo malgrado protagonista Anna Ghione, produttrice di vino canellese con cantina e vino sulle colline della capitale astigiana dello spumante.

Anna Ghione, a sinistra con una collaboratrice, al tasting allestito a Bruxelles lunedì scorso

Anna Ghione, a sinistra con una collaboratrice, al tasting allestito a Bruxelles lunedì scorso

Anna era a Bruxelles proprio il giorno degli attacchi terroristici all’aeroporto e alla metropolitana. Nelle immagini, che pubblichiamo, che ha postato sulla sua pagina Facebook è sorridente con amici e collaboratori poche ore prima del dramma. Per una fortunata sequenza di combinazioni, proprio come accade nel film, la sua vita ha preso una svolta positiva che l’ha portata lontana dalle bombe dei terroristi. Racconta: «Lunedì scorso ero a Bruxelles per un tasting di vini italiani e argentini organizzato da un importatore belga. Tutto era stato allestito in una zona non distante dall’aeroporto, un albergo immerso nel verde, molto bello. Io ero l’unica cantina della zona del Moscato, ma c’erano anche altri tre produttori piemontesi del Barbaresco, del Barolo e del Roero. A manifestazione finita, attorno alle 8 di martedì, ho lasciato la mia camera e, in anticipo rispetto al volo che mi avrebbe riportato in Italia, ho deciso di andare in aeroporto. Uscita dall’hotel mi sono avviata a prendere il tram. Ma l’ho perso per una manciata di secondi. “Fa nulla. Prenderò quello dopo, Tanto ho tempo”, ho pensato. In quel momento mi si è avvicinata una donna. Ha guardato il mio trolley e mi ha chiesto se stavo andando in aeroporto. Le ho risposto di sì. Lei subito mi ha risposto di non andare, che c’era stato un attentato, era scoppiata una bomba, che tutto era bloccato che tutti i voli sarebbero stati cancellati. Me lo ha ripetuto almeno una decina di volte, per essere sicura che avessi compreso la gravità della situazione. Da lì è cominciato l’incubo».

Anna Ghione, seconda da destra, con alcuni colleghi e collaboratori alla manifestazione di lunedì a Bruxelles, poche ore prima degli attacchi terroristici.

Anna Ghione, seconda da destra, con alcuni colleghi e collaboratori alla manifestazione di lunedì a Bruxelles, poche ore prima degli attacchi terroristici.

Anna piomba direttamente in un città sotto attacco con militari, polizia e posti di blocco in ogni strada. Il racconto della produttrice canellese si fa drammatico. «Sono tornata in albergo e mi hanno confermato gli attacchi terroristici, i morti i feriti, il blocco dell’aeroporto e la bomba alla metropolitana. La paura di è impossessata di noi. Eravamo inermi davanti a una cosa che si deve solo nei film. Il senso di impotenza era assoluto. In pochi minuti ci siamo ritrovati circondati da forze di polizia e militari in assetto da guerra con armi spianate e pronte a sparare». In quelle drammatiche ore il pensiero era quello di tornare a casa. «I mezzi pubblici erano fermi, anche i taxi avevano ordine di non raccogliere passeggeri. Per fortuna un collega era venuto in auto e si è messo a disposizione». Una fortuna. Il gruppo di produttori italiani si mette in viaggio. «Ci abbiamo messo 10 ore, abbiamo fatto code interminabili ai posti di blocco, ma nessuno ci ha controllato. Abbiamo trovato tanta solidarietà e aiuto. Per tutto il viaggio pensieri e discorsi sono stati concentrati su quello che era accaduto, i morti i feriti, la paura. Ci siamo tranquillizzati solo in vista della frontiera con la Svizzera. Ora possiamo raccontarla ed è già molto». Al termine del racconto, però, la voce di Anna s’incrina: «Ho perso mia mamma improvvisamente poche settimane fa. Non ho potuto non pensare a lei quando ho considerato le singolari coincidenze che mi hanno tenuto lontana dalle bombe e dall’orrore». Ora, non sia banale dirlo, la vita continua. «Parteciperò ancora a eventi. Certo la paura c’è, ma c’è anche la consapevolezza che le nostre vite non devono essere condizionate dai terroristi. È difficile. Certo. Cambieremo le nostre abitudini. Quando si può useremo l’auto. Il prossimo impegno, per fortuna, è il Vinitaly di Verona. Ci sarò. Perché dovevo esserci. L’ho capito a Bruxelles quel 22 marzo».

L’immagine che pubblichiamo in copertina è il momento successivo agli attacchi terroristici all’aeroporto di Bruxelles. È tratta dalla versione on line del Corriere.it.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it

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