Vendemmia del Brachetto 2016. Consorzio: «Le analisi di laboratorio confermano, sarà un’annata unica»

inserito il 13 Settembre 2016

IMG_6991Il Brachetto d’Avqui docg ha vari problemi. I mercati non rispondo più come prima (accade anche per altri vini), le rese per ettaro sono all’osso, il reddito dei vignaioli è tagliato, le risorse per la promozione non ci sono più, piovono critiche su politiche di filiera giudicate poco lungimiranti. Il Consorzio si difende, propone nuove strade come l’Acqui Dry, versione non dolce del Brachetto d’Acqui docg dolce, e assicura che un barlume di lunce in fondo al tunne ci sarà anche se gli atti di fede sono ormai passati di moda. Intanto, proprio agli sgoccioli della raccolta, ecco la nota consortile che dà alcune indicazioni sulla vendemmia 2016. Almeno una nota positiva ci voleva. Eccola.

C’è qualcosa nell’aria durante la stagione della vendemmia. Forse è l’odore di uva appena raccolta, il brusio dei lavoratori in vigna o il rumore dei trattori che si affrettano a trasportare i grappoli di brachetto in Cantina per essere pigiati. Sta di fatto che in Piemonte, ogni anno, da fine agosto il popolo del Brachetto, dai vignaioli ai cantinieri, da trattoristi agli enologi ed agronomi, è impegnato nella raccolta dell’uva che arriva al culmine della maturazione migliore ed è pronta per diventare il vino che verrà, il Brachetto futuro, il migliore di sempre. Poi ci sono i profumi, gli odori soffici e penetranti, dolci e aspri che emanano dai vigneti e ancor più dalle cantine.

 

Mosto di Brachetto in fermentazione (Consorzio)

Mosto di Brachetto in fermentazione (Consorzio)

È l’essenza della fermentazione dell’uva brachetto che si diffonde nell’aria e che, come dice la gente del posto, non è simile a nessun altro odore al mondo. Sono gli aromi inconfondibili dell’uva brachetto che in questa prima decade di settembre viene vendemmiata sulle colline nell’Alto Monferrato, tra le province di Asti e Alessandria. Siamo andati di persona in vigna a vedere i grappoli maturi, ricchi e sodi. Una bella soddisfazione per il vignaiolo dopo un anno intero di duro lavoro anche se sempre più aiutato da macchinari tecnologici all’avanguardia. Il Brachetto d’Acqui 2016 che verrà, dicono gli enologi, sarà unico e irripetibile. Come tutte le annate passate e quelle che verranno. Dalle analisi di laboratorio sui campionamenti di uva anche per questa vendemmia sarà eccellente: aromi discreti, acidità molto buona come il colore ed il grado zuccherino. Fresco, leggero e profumato il Brachetto d’Acqui docg 2016 si potrà già stappare già nei primi giorni di dicembre, in tempo per le feste natalizie, ma anche per tutti i momenti conviviali che l’anno che verrà regalerà. Sembra incredibile che a pochi mesi dalla vendemmia si possa già assaporare questo dolce nettare tutto piemontese, ma è questa la scommessa del grande vino rosso dolce: essere pronto a pochi mesi dalla raccolta dell’uva per conservare in una bottiglia gli odori, i profumi, la fragranza e la freschezza dell’uva appena raccolta che sa di natura e di paesaggio incontaminato, raro e bellissimo.

Intanto, però, in questo ultimo scorcio d’estate, gustiamoci un calice di inconfondibile dolcezza e di sfumature vinose senza pari: è il Brachetto d’Acqui docg made in Piemonte”.

 

1 Commento Aggiungi un tuo commento.

  1. Ratto Vittorio 17 Settembre 2016 at 17:16 -

    Forse sarebbe ora che si pensasse veramente cosa si vuole fare del brachetto senza cercare di copiare altri vini, che si tagliasse decisamente anche la produzione di brachetto piemonte e che si facesse seriamente pubblicita` se vogliamo che questo vino si venda

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