Vendemmia. Intesa sul Brachetto: rese 2018 a 36 quintali per il docg e 43 per il doc. Ricagno (Consorzio): «Ma la speranza resta l’Acqui docg Rosè. Assocategorie e Istituzioni ci aiutino»

inserito il 24 Agosto 2018

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Dopo le uve moscato ecco l’intesa sulle rese delle uve brachetto, l’altra tipologia aromatica piemontese che, da alcuni anni, è al centro di una crisi commerciale feroce. Segnale ne sono le rese che negli anni si sono state abbassate fino a toccare i 36 quintali ettaro per il docg. Oggi, 24 agosto, nel summit in Regione Piemonte tra assessorato regionale, associazioni di categoria e Consoezio di tutela, si è trovata l’intesa: confermata la resa di 36 quintali del 2017, il doc potrà produrre 43 quintali a ettaro. Per il docg la riserva vendemmiale è stata fissata in 20 quintali ettaro con la possibilità di sbloccare quote di docg a seconda delle esigenze del mercato.

Il presidente del Consorzio, Paolo Ricagno, si dichiara soddisfatto, ma ha precisato: «Il futuro del Brachetto è legato alla novità Acqui docg Rosé che sta suscitando sempre più interesse sui mercati. Dobbiamo quindi far presto a sviluppare questa tipologia che ha molti appeal commerciali. Il nodo – ha aggiunto Ricagno – resta quello dell’imbottigliamento fuori dalla zona di produzione. Serve che associazioni di categoria e istituzioni ci diano una mano a ridurre al massimo i tempi per avviare questa pratica che, sono convinto, risolleverebbe le sorti della filiera».
Una speranza, quella del Consorzio piemontese, che rischia di concorrere con altri progetti “in rosa” come quello della corazzata vitivinicola veneto-friulana del Prosecco.

Di seguito pubblichiamo al determina regionale sulle rese 2018 del brachetto: dd-923-del-24ago2018-brachetto

fi.l.

 

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