Verso Expo. Un piemontese nella cabina di regia dell’eno-esposizione. Lamberto Gancia (Segreteria tecnica): «I piemontesi facciano squadra. Unesco arma in più, ma con accoglienza adeguata»

inserito il 30 Gennaio 2015

«Il vino piemontese all’Expo? Ha enormi potenzialità. Ma bisogna sbrigarsi a far squadra, lasciare da parte divisioni e protagonismi e giocarsi bene la partita». A parlare è Lamberto Vallarino Gancia, 55 anni, piemontese doc di Canelli nell’Astigiano, esponente della quinta generazione di industriali spumantieri (per anni ha guidato l’omonima azienda di famiglia dove più di un secolo e mezzo fa nacque il primo spumante d’Italia) oggi membro della Segreteria Tecnica del Commissario Generale Padiglione Italia per Expo Milano 2015, nonché presidente onorario di Ceev, Comité Européen des Entreprises Vins, vice presidente di Federalimentare e già presidente Federvini oltre ad essere presidente della Cantina Ideale, «il progetto – spiega – attraverso il quale “allevo” vini che propongo in Italia e sul mercato internazionale».

Lamberto Vallarino Gancia

Lamberto Vallarino Gancia

Nella segreteria dell’Expo (e anche per conto del comitato scientifico del Ministero dell’Agricoltura) Gancia si occupa del settore vino che alla kermesse milanese (apre il primo maggio) avrà un ruolo centrale. «È stata una cosa fortemente voluta da tutti, istituzioni e privati – precisa -. Il settore vino è strategico per il nostro Paese. Ancora di più in tema di alimentazione e nutrizione».

Del resto il vino a Expo promette numeri da capogiro: almeno1300 etichette da degustare con eventi e percorsi emozionali e olfattivi.

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Gancia ha già illustrato l’eno-area: «Sarà all’interno del Padiglione Italia, in una posizione molto centrale, e sarà suddivisa su tre piani.

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Ad accogliere i visitatori sarà un piano emozionale a ‘effetto wow’, dove si avrà l’occasione di giocare con i sensi attraverso dei grandi “nasi” in cui si potranno sentire gli odori e i rumori del vino».

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Al piano superiore, invece, spazio alle degustazioni, con una libreria da 1300 etichette e delle macchine dispenser a schiera che serviranno il vino mantenendo costante la temperatura. Al terzo piano, infine, una terrazza dedicata agli eventi.

Padiglione vino dettaglio

«Expo non è una fiera, ma un’esposizione internazionale e un’occasione d’oro per rilanciare il Paese – sostiene Gancia -. Produttori e cantine avranno un’occasione straordinaria per portare i 20 milioni di turisti attesi sui territori e per questo l’invito è quello di aprire le cantine, con alberghi e tutto ciò che ci vuole per accogliere al meglio i turisti».

E che ci sia un piemontese nella cabina di regia dell’eno-Expo non era poi così scontato. «Credo abbiano contato le mie esperienze come imprenditore ed enologo senza dimenticare la passione che ho sempre avuto per il mondo del vino».

Resta sul tavolo la questione Piemonte. Come si stanno muovendo aziende e consorzi? Il fatto che lo spumante ufficiale dell’Expo sarà un Franciacorta, in barba a chi ha inventato le bollicine italiane, sa di treno perso. Gancia non raccoglie la provocazione. «C’era un bando internazionaledice -. Chi ha vinto è perché ha risposto meglio a quello che veniva chiesto. Del resto altri marchi e realtà italiane si sono aggiudicate altre posizioni di rilievo all’interno dell’Expo che parla di cibo e alimentazione. È un bene». Quanto ai piemontesi l’ex presidente del Consorzio Alta Langa è diplomatico: «So che si stanno muovendo. Privati e Consorzi. Gli spazi all’Expo ci sono e sono centrali. È un’occasione da non perdere. Ci sarà tutto il mondo. Mi risulta in Cina siano già stati venduti 700 mila biglietti per Expo Milano. In previsione un milione di visitatori dal Paese della Grande Muraglia. Che posso dire? È una cosa importante. Giochiamocela bene» esorta.

Poi c’è anche il 50° sito Unesco rappresentano dai paesaggi vitivinicoli piemontesi. «È uno strumento da usare al massimo e bene. Vorrei esortare il mondo del vino piemontese e gli altri soggetti che operano sul territorio, a sbrigarsi a fare progetti di incoming. È stato detto da esperti che i visitatori stranieri staranno, in media, almeno una settimana in Italia per l’Expo. Un paio di giorni saranno dedicati all’esposizione, altri due a visitare Milano. E gli altri giorni? So che in Piemonte qualcuno si sta già muovendo. Ma resto dell’idea che ci debba essere un gioco di squadra per rilanciare l’appeal della regione culla del vino italiano. Cominciamo dai tabelloni stradali che indicano che si sta entrando nel territorio del 50° sito Unesco. È segnale, ma va fatto per comunicare al meglio le eccellenze piemontesi».

Infine un accenno al futuro del vino del Piemonte: «Grandi marchi, grandi denominazioni che fanno volumi, ma anche produzioni di nicchia che sono preziosi eno-gioielli. Insieme possono andare lontano. Insieme, però».

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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