Viaggi e Covid -19. L’anno orribile del turismo in Langhe Monferrato e Roero. Persi 50 milioni di euro in due mesi di chiusura. Carbone (Ente): «Regole certe sulla ripresa a breve, altrimenti sarà crisi nera»

inserito il 24 Aprile 2020

«In due mesi di emergenza Covid -19 il settore turistico e di ristorazione tra Langa-Roero e Monferrato ha perso almeno 50 milioni di euro. È un dato grave, ma la cosa più grave è che non sappiamo ancora quello che si perderà nei mesi a seguire di una stagione che si presenta come l’anno orribile del turismo italiano».
A parlare è Mauro Carbone, direttore dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, l’area turistica più iconica soprattutto per quanto riguarda l’estero con i richiami enogastronomici e paesaggistici avvalorati anche dalla proclamazione a sito Unesco e Patrimonio dell’Umanità del 2014.
L’analisi che Carbone fa a SdP sui danni devastanti che il Covid -19 sta arrecando al settore dell’accoglienza in questa parte del Piemonte è impietosa: «Siamo il settore che in Italia è stato più colpito. Due mesi di chiusura secca, completa, senza possibilità di riconversione, senza poter godere di smart working, senza prospettive certe, con l’unica sicurezza di zero incassi e zero reddito».
Il momento nerissimo per il turismo italiano e mondiale riflette nubi minacciose di burrasca su un territorio come quello di Langhe, Roero e Monferrato che vive soprattutto di turismo straniero e prima del Covid -19 vantava un giro d’affari medio di un milione al giorno, cioè attorno ai 350 milioni l’anno, con migliaia di addetti e famiglie che oggi rischiano lavoro e reddito.
Carbone conferma e denuncia la mancanza assoluta di regole per una ripresa che non si sa ancora quando arriverà. E dice: «Ci vogliono fare gli allenatori, ma non ci viene detto quali saranno le regole del gioco»; spiega: «Quante volte un albergatore dovrà sanificare una camera? E gli spazi comuni? Come si dovrà fare con le colazioni? Saranno previste solo in camera? Per i ristoranti è pure peggio. Quanti saranno i locali che potranno permettersi il di stanziamento dei tavoli che nel nostro territorio vuol dire decurtare di molto i coperti? E, inoltre, quanti ristoratori accetteranno di aprire nonostante la prospettiva di incassare il 70/80% in meno del consueto?»
Con queste prospettive nerissime la priorità per il direttore dell’Ente Turismo, oltre alla formazione per gli operatori attraverso una serie di forum e incontri sul web che sono già in corso sui social dell’ente, è quella di arginare la chiusura delle attività. Come? «Dando in tempi ragionevolmente brevi norme e protocolli di comportamento. Se restiamo in questa incertezza non si favorisce la rinascita di un settore che è, di fatto, in lock down assoluto».
Ma i dubbi ci sono anche sulla ripresa. Quali saranno i confini aperti? Quanti turisti stranieri sceglieranno l’Italia. I voli ci saranno? E i trasporti interni? Interrogativi che Carbone snocciola come i grani di un rosario doloroso. «C’è di buono che fino a ora sembra non ci siano ancora disdette per le prenotazioni di turisti stranieri per l’autunno» dice, ma naturalmente non c’è certezza, sono la speranza e a chi gli fa notare che esiste il turismo domestico il direttore dell’Ente del Turismo Langhe Monferrato Roero risponde con i dati dello scorso anno: «Nel 2019 il saldo tra quanto gli italiani hanno speso per le loro vacanze all’estero e quello che i turisti stranieri hanno speso in Italia è di 17 miliardi a favore degli stranieri. Non c’è gara. Il nostro territorio vive in massima parte sul turismo non domestico, quando anche questo incrementasse le presenze il divario da colmare resterebbe insormontabile».
Consigli sulla riapertura, quando ci sarà? «Puntare sulla sicurezza su questi dispositivi che danno certezza sulla salute e salubrità. Non è difficile per noi italiani che abbiamo tra i più alti standard di igiene alimentare del mondo. Resta, però, da vedere quanto questo costerà agli imprenditori del settore del turismo e dell’accoglienza e se questi costi saranno sostenibili».
A questo proposito che dire sugli eventuali aiuti dal mondo delle istituzioni? «Per ora la cosa che ci preme di più è avere regole certe sulla riapertura in modo da programmare progetti ed eventi. Ci interessa capire se e come si potranno organizzare manifestazioni di richiamo nazionale e internazionale. Quando riusciremo a capire questo parleremo anche degli aiuti che dovranno esserci».

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)


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