Vino e arte. Il Nizza docg scommette sulla cultura e porta ad Asti le sculture di Vangi e i quadri di Sutherland. Bertolino: «Il territorio valore aggiunto»

inserito il 16 Dicembre 2016

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È proprio il caso di dire che c’è un filo rosso che lega il vino alla cultura e all’arte. Questa volta il rosso è quello del Nizza, la grande selezione di uve barbera che ha recentemente ottenuto la docg e che con oltre 700 mila bottiglie si sta sempre di più imponendo come un’eccellenza assoluta e originale delle uve barbera. Dunque se da una parte del filo rosso c’è il Nizza docg, dall’altra c’è un palazzo storico, Palazzo Mazzetti in corso Alfieri ad Asti, zona di Barbera certo, e uno sculture, Giuliano Vangi, che espone le sue sculture e anche alcuni bellissimi disegni, in contemporanea con alcune opere di Graham Vivian Sutherland pittore inglese che è considerato fra i capiscuola della pittura britannica contemporanea. La mostra resterà aperta dal 17 dicembre 2016 al 12 marzo 2017. Info: www.palazzomazzetti.it. Ma, al netto della stupefacente bellezza delle sculture di Vangi, dei suoi disegni e della innovativa ed evocativa forza dei dipinti di Sutherland, è da rimarcare l’impegno dei produttori del Nizza docg che con sforzi e energie (l’operazione è stata organizzata dalle inarrestabili  Laura Botto Chiarlo e Caterina Andorno) hanno scelto di scommettere sul territorio per raffornzare una rete che non sempre funziona. Vecchia e brutta storia quella del Piemonte del vino (e non solo) che marcia, male, a compartimenti stagni, quando va bene. Lo ha spiegato bene a SdP il presidente dell’associazione del Nizza docg, Gianni Bertolino, anche lui produttore vinicolo. Qui pubblichiamo la videointervista non priva di molti spunti di riflessione per un comparto, quello del vino piemontese, che ha enormi spazi di sviluppo. Sempre che se ne sia consapevoli.

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