Vino e turismo. L’audioguida del Parco Artistico de La Court di Chiarlo esempio di valorizzazione. Laura Botto Chiarlo: «Lavoriamo per tutto il territorio. Urge fare sistema»

inserito il 26 Gennaio 2017

app_logo

Il Parco Artistico nel vigneto “Orme su La Court”, creato nel 2003 dalla famiglia Chiarlo, si è arricchito di un nuovo strumento di divulgazione.
Si tratta di una applicazione per dispositivi mobili, smartphone e tablet, che, in forma di audioguida, ma insieme a immagini e filmati, illustra le particolarità uniche di un parco nato 14 anni fa, e che per primo coniugò arte, cultura, paesaggio, architettura rurale e vigneti. Il tutto in tempi, che purtroppo non sono passati completamente, dove la cultura e il paesaggio non erano certo in cima ai pensieri di istituzioni pubbliche e imprese.
Il parco, giova ricordarlo, fu realizzato esclusivamente attraverso la visione di Michele Chiarlo, patron di una delle Cantine vitivinicole più in vista del Piemonte con cantine e vigneti tra Calamandrana, Castelnuovo Calcea, nell’Astigiano, e Barolo nel Cuneese. Fu lui e la sua famiglia e volere la contaminazione vigne-cultura-arte, un concetto che poi ripreso persino da qualche barolista, per dire.

Laura Botto Chiarlo

Laura Botto Chiarlo

A SdP della “app” (descrizione e indicazione di come scaricarla e usarla qui) parla Laura Botto Chiarlo, da sempre impegnata entusiasticamente sul fronte della comunicazione delle tante e varie attività che dal Parco della Court e dalla Micgele Chiarlo si sono sviluppate. Dice Laura: «La app è semplice da scaricare ed intuitiva da usare. Va incontro alle esigenze dei tanti visitatori che ogni anno entrano nel nostro parco artistico. Certo è uno strumento che riguarda le nostre iniziative, tuttavia con questo progetto, che è stato inserito in attività di promozione culturale come “IoAgisco” il concorso lanciato dalla Regione Piemonte per valorizzare l’area Unesco, o il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa, l’intenzione è quella di promuovere tutto il territorio che insiste attorno al parco con la collaborazione di enti, associazioni, istituzioni e volontari che già operano».

Laura Botto Chiarlo parla anche della necessità di fare sistema, delle iniziative future con Asti, «Che deve essere la nostra città di riferimento» sostiene, di quanto la cultura, l’arte, insieme al paesaggio e alla coltura e cultura della vite e del vino possano fare tanto per queste zone. «L’Unesco è solo un primo passo. I turisti stanno arrivando e noi dobbiamo essere aperti e pronti ad accoglierli nel modo giusto e soddisfare le loro curiosità che sono molte e vanno tutte a nostro favore» la sua analisi.

Insomma la app della Court dovrebbe essere un’apripista, un esempio affinché anche altre realtà comincino a credere e pensare che il Monferrato, le Langhe e il Roero sono davvero un eldorado di cui il Piemonte (Torino in primis) non può fare a meno.

Resta da vedere, però, se tutti gli attori che potrebbero scendere in campo saranno davvero capaci di fare sistema, anche in tema di Unesco, o, come troppo spesso accade in Piemonte, sceglieranno di “ballare da soli” convinti di esser meglio del vicino. Ma questo sarà tema di un altro post.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

Lascia un Commento


I commenti inviati non verranno pubblicati automaticamente sul sito, saranno moderati dalla redazione.
L’utente concorda inoltre di non inviare messaggi abusivi, diffamatori, minatori o qualunque altro materiale che possa violare le leggi in vigore.
L’utente concorda che la redazione ha il diritto di rimuovere, modificare o chiudere ogni argomento ogni volta che lo ritengano necessario.