
Una notizia curiosa e, per una volta, leggera. Dunque, la notizia di alcune ore fa è questa: La Poste, l’ente postale francese, in collaborazione con la Confédération Nationale de la Boulangerie Pâtisserie Française – è l’organizzazione professionale che rappresenta e difende gli interessi di 33.000 tra panettieri e pasticceri artigiani in Francia – ha emesso un francobollo speciale che, se strofinato, rilascia l’aroma del croissant al burro. Maggiori info qui.
È un omaggio a uno dei dolci iconici della Francia. Il francobollo è in commercio da mercoledì scorso e ha un valore di 2,10 euro.
Non è la prima volta che in Francia si sperimentano francobolli dall’azione olfattiva. Tempo fa ne era stato emesso uno al profumo di baguette. Tuttavia i francesi non sono stati i primi a mettere sul mercato francobolli “aromatizzati”. Come riferiscono alcuni siti di numismatica le prime affrancature profumate furono emesse nel 1973 dallo Stato del Bhutan.
Dopo il Bhutan paesi altri Paesi hanno adottato francobolli olfattivi con diversi aromi: floreali, frutta, cacao, caffè, addirittura legno. Qualche esempio: la Corea del Sud ha emesso bolli postali alle essenze floreali, così hano fatto anche Singapore, Hong Kong, Thailandia, Cina. In Europa francobolli profumati dell’Austria, della Svizzera, della Norvegia, Portogallo, Olanda e Belgio.
Ma non ci si è fermati solo al profumo. Secondo le notizie reperibili sul web negli anni 1955 e 1956, infatti, la Germania emise francobolli la cui gomma (in alcuni francobolli è posta sul retro e inumidita con acqua o saliva aiuta l’adesione sulla superficie su cui si appone il bollo) sapeva di menta. Più di recente, nel 2009, il Portogallo stampò un francobollo la cui gomma, se leccata, aveva il gusto di vaniglia. E nel 2013 il Belgio umise in commercio una serie di francobolli al profumo e al gusto di cioccolato, uno dei prodotti, insieme alla birra, tipici del Paese.
E l’Italia? C’è una serie di francobolli che celebrano le eccellenze agroalimentari, per esempio i vini piemontesi (guarda qui e qui), ma sembra che ancora non ne siano stati emessi di profumati o “gustosi”.
Ma mai dire mai. Poste italiane, magari d’intesa con qualche Consorzio di produttori piemontesi, magari potrebbe stampare affrancature al profumo di Barolo o al Moscato d’Asti e alla Barbera d’Asti o, ancora meglio, di Tartufo Bianco (non solo in effige quindi), il prezioso frutto della terra piemontese celebrato proprio in questi giorni dalla Fiera Internazionale di Alba.
fi.l.


