Marzo era il mese del Prowein di Düsseldorf. Il salone tedesco si è svolto regolarmente fino al 2019. L’edizione del 2020, a pochi giorni dall’inizio della pandemia da Covid 19, fu cancellata. Stessa sorte per quella che avrebbe dovuto svolgersi in queste settimane. Ora l’edizione 2022 è stata fissata per fine marzo.
Nel 2020 anche la fiera francese Vinexpo e l’italiana Vinitaly sono state cancellate e rinviate, ma si terranno quest’anno entrambe a giugno, a meno di rinvii dell’ultima ora che sono da mettere in conto visto l’alzarsi della curva dei contagi in tutta Europa.
Comunque sia (sarà) Vinexpo Paris si dovrebbe fare dal 14 al 16 giugno 2021 all’ombra della Tour Eifell, mentre la fiera scaligera è prevista dal 20 al 23 giugno.
I sentimenti di chi per professione, operatori, produttori, fornitori, giornalisti, partecipa a queste kermesse sono diversi. Ci sono coloro che inneggiano alla vittoria delle fiere del vino contro il Covid e quelli che prudentemente mettono in guardia.
Sullo sfondo c’è una filiera, quella dell’uva e del vino, che muove miliardi di euro e migliaia di addetti e che sta soffrendo per via delle chiusure disposte per ristoranti e luoghi di mescita e per le condizioni di depressione economica sui mercati nazionali e stranieri.
E anche se i temi economici stanno prendendo sempre più spazio, la salute viene prima di tutto. Le fiere del vino, che come tutte le manifestazioni basano il loro success su affluenza, partecipazione e condivisione, si sono attrezzate per garantire severi protocolli igienici.
Veronafiere illustra il suo dispositivo contro assembramenti ed eventuali contagi in un video qui.
Basterà a rassicurare espositori e pubblico?
Purtroppo, come accade da mesi per il futuro di molte attività commerciali e umane, anche le Fiere del vino sono legate all’andamento di una pandemia che solo la cvaccinazione di massa potrà mettere sotto controllo. Inoltre c’è da ricordare che, al di là della volontà e dell’immenso lavoro fatto agli organizzatori delle fiere del vino, qualunque manifestazione può essere vietata anche all’ultimo minuto per questioni di sicurezza pubblica.
È una pesantissima Spada di Damocle che ormai pende sulla testa dell’umanità da più di un anno.
Con tutto ciò c’è da augurarsi che per giugno e per i mesi a seguire si sia in grado di tornare, con tutte le cautele del caso, incontrarsi per assaggiare, parlare, scrivere, discutere, magari anche litigare di vino, anche se questo marzo 2021, purtroppo, non promette nulla di buono.
SdP