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In Gazzetta Ufficiale il via libera. Il Giandujotto di Torino diventa Igp. «Premiata un’eccellenza piemontese e italiana»

Il Giandujotto di Torino, il tradizionale cioccolatino torinese a forma di prisma a base triangolare composto con cioccolata gianduia, diventerà la decima Igp del Piemonte.

È stata pubblicata, infatti, nei giorni scorsi, sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana la domanda di registrazione che segna l’avvio ufficiale dell’iter nazionale per il riconoscimento Igp di una delle specialità dolciarie fra i simboli più noti della città e del Piemonte. Saliranno così a 90 i prodotti piemontesi a denominazione d’origine tutelata fra Dop, Igp, Docg, Doc e Ig.

Soddisfazione è stata espressa dal Ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare, Foreste, Francesco Lollobrigida, dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e dall’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni.

Il disciplinare di produzione, già approvato dalla Regione Piemonte, era stato presentato lo scorso marzo al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste dal Comitato Giandujotto di Torino, che riunisce circa 40 tra artigiani e aziende del settore, presieduto dal maître chocolatier Guido Castagna e con il coinvolgimento della storica azienda Lindt-Caffarel. I funzionari del Ministero hanno verificato la conformità del disciplinare ai metodi tradizionali di produzione durante una riunione di pubblico accertamento, confermandone la validità.

Il percorso per l’ottenimento dell’Igp era stato avviato nel 2017, ma il progetto aveva subito una lunga battuta d’arresto in seguito ad alcune osservazioni presentate dal gruppo svizzero. Tra i punti centrali del documento, infatti, vi è l’esclusione del latte in polvere – coerentemente con le tecniche ottocentesche di produzione che si intende appunto salvaguardare – e l’obbligo di utilizzare una determinata percentuale di Nocciola Piemonte Igp. Fondamentale nel superare le criticità il supporto tecnico e istituzionale della Fondazione Qualivita, che ha seguito il dossier per conto del Ministero. In assenza di opposizioni, il dossier pubblicato in Gazzetta Ufficiale sarà ora trasmesso alla Commissione europea, che avvierà la fase istruttoria a livello comunitario per il riconoscimento ufficiale dell’Igp.

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