Nomine. Pietro Cirio, sindaco di Loazzolo (Asti), è il nuovo presidente dei Comuni del Moscato. «Confronto continuo con filiera, enti ed istituzioni. Sensibilizzare sindaci e cittadini a valorizzare e promuovere sempre e dovunque Asti e Moscato d’Asti»

inserito il 7 Agosto 2024

Il sindaco, di recente elezione, di Loazzolo, nell’Astigiano, Pietro Cirio – nella foto copertina di repertorio con la figlia Martina (foto Vittorio Ubertone) – è il nuovo presidente dell’associazione Comuni del Moscato.

Subentra alla canellese Angelica Corino, consigliere e rappresentante della Provincia di Asti. Cirio, è produttore vitivinicolo e conduce, con la sua famiglia, l’azienda Pianbello che ha cantine e vigneti tra Loazzolo e Canelli ed è da sempre tra i produttori di Asti Spumante, Moscato d’Asti, Canelli docg e anche di quella chicca enologica di cui non si parla mai abbastanza. il Loazzolo doc, un pregiatissimo vino passito ottenuto dalla vendemmia tardiva delle uve moscato bianco, che si vinifica solo a Loazzolo da un ristretto gruppo di Cantine per circa 4 ettari totali di vigne. Dati e caratteristiche che fanno del Loazzolo doc una delle più piccole doc d’Italia.

Raggiungiamo al telefono Pietro Cirio e la prima domanda non può che essere quale taglio voglia dare alla sua presidenza.

«I temi da trattare sono molti. Vorrei che tra i Comuni del Moscato e gli altri attori istituzionali della Filiera, enti pubblici, Consorzio, organizzazioni di categoria, si tornasse a confrontarsi periodicamente, magari con un tavolo dedicato. Gli argomenti, come ho detto, sono tanti: il cambiamento climatico, la manodopera, i mercati, il paesaggio…»

Ecco, il paesaggio, sempre di più i turisti italiani e soprattutto stranieri scelgono l’area del moscato bianco per le loro vacanze. Anche merito del riconoscimento Unesco di dieci anni fa. Quale sarà il ruolo dei Comuni del Moscato in questo senso?

«Voglio sensibilizzare ancora di più i colleghi sulla valorizzazione e la promozione dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti. Se è vero che gran parte dell’economia della nostra zona si fonda sulla coltivazione del moscato bianco, un primo cittadino ha il dovere di favorire lo sviluppo di quel settore che è collegato a molti altri, il turismo in primis, ma anche tutta una serie di attività collegate che vanno dall’accoglienza alla ristorazione, dalla comunicazione alle infrastrutture. Per questo sono convinto ci debba essere sinergia completa tra tutte le parti del tessuto sociale, economico e politico alla cui esistenza il moscato bianco contribuisce in modo importante. Dai sindaci poi questa sensibilizzazione deve essere trasmessa anche ai cittadini. Non vorrei essere banale, ma parlare e proporre i nostri vini di territorio devono farlo tutti e magari tutti dovrebbero averli in frigo»

Qualcuno potrebbe dire che lei parla così perché quei vini li produce…

«Se la nostra economia si fonda su questa produzione mi sembra il minimo che i Comuni del Moscato, coi i sindaci e tutti gli abitanti di questo territorio li promuovano e valorizzino».

Pensa che tutti siano d’accordo?

«Credo che sia arrivato il tempo di pensare alle vigne non solo come serbatoi di reddito, ma anche come a giardini da mostrare al visitatore nel pieno rispetto di un ambiente e di un paesaggio unico. Chi non lo ha ancora fatto, anche se abita qui e non ci fa più caso, vada su un “bricco” e guardi con attenzione il panorama. Si troverà davanti a uno spettacolo mozzafiato e raro di colline “pettinate”, come si dice, con vigne perfettamente geometriche inframmezzate da boschi, orti, giardini e frutteti. È la nostra grande bellezza che dobbiamo tornare a vedere con occhi orgogliosi. Io, per esempio, come sindaco di Loazzolo, ho in mente di organizzare un premio alla vigna meglio coltivata e tenuta. Un segno di riconoscenza ai vignaioli che si impegneranno non solo a coltivare, ma anche abbellire e tenere in ordine i nostri vigneti che sono tra i più belli del mondo»

fi.l.

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