I giornalisti stranieri amano il Piemonte, lo sostiene una ricerca presentata alla Bit (la borsa del turismo) di Milano che si è chiusa l scorso 21 febbraio. Il Piemonte, però, spesso non ricambia questo amore, rischiando di farlo naufragare nell’indifferenza o, peggio, nella disorganizzazione.
Sdp lo ha verificato con la sua inchiesta del gennaio scorso.
Ad una mail inviata da un turista cinese la maggioranza degli uffici turistici, consorzi e distretti vinicoli piemontesi non hanno neppure risposto. Il che fa ancora di più risaltare i dati relativi l’attenzione dei media stranieri verso la regione subalpina. Ebbene secondo questo studio, effettuato tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2008, come si dichiara sul sito Internet della Regione Piemonte, su 9.686 articoli di oltre 100 testate di 12 nazioni (Australia, Austria, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Medio Oriente, Russia, Spagna, Svizzera, USA), il Piemonte «si posiziona in testa alla classifica delle regioni italiane maggiormente apprezzate negli articoli della stampa internazionale con un indice di gradimento pari al +29.91%, distinguendosi come meta raffinata e di qualità davanti a Lazio, Toscana e Veneto».
Gli articoli dei media stranieri – a seguire con maggior dovizia di particolari il Piemonte è la stampa britannica, con un indice di visibilità del 24,46% degli articoli raccolti – si occupano soprattutto di prodotti tipici enogastronomici, della Torino post-olimpica e dei percorsi alternativi alla scoperta di zone meno battute.
Le cose cambiano quando si parla di visibilità: «il Piemonte riferisce lo studio – si posiziona al sesto posto della classifica per numero di articoli dedicati dalla stampa straniera».
Tutto bene dunque? Non proprio.
La ricerca presentata al Bit conferma attenzione verso il Piemonte, ma denuncia difficoltà nell’emergere, nel presentarsi nei piani alti della classifica delle regioni italiani più in vista nel mondo. E questo nonostante una produzione agroalimentare di livello eccelso, paesaggi unici al mondo e che addirittura sono oggetto di recenti candidature a patrimonio Unesco, città e borghi d’arte sena pari, artigianato e industrie leader nel mondo.
Dalla Regione dicono che continueranno a investire, oculatamente, nella promozione. Giusto. Però sarebbe auspicabile curare anche l’organizzazione dei presìdi turistici che dovrebbero dare risposte a quei turisti che, leggendo i loro media, decidano di visitare il Piemonte.
Un esempio per tutti: il 2 febbraio scorso il nostro sedicente turista cinese aveva inviato una mail ad Alexala, l’ufficio turistico della provincia di Alessandria. Ebbene la risposta è arrivata solo il 20 febbraio, 18 giorni dopo.
Un ritardo abissale per i tempi di Internet, che riporta alla mente i corrieri dell’epoca di Marco Polo.