Il post su Facebook arriva a mattinata inoltrata. A pubblicarlo sul suo profilo è Raffaella Bologna, della Cantina astigiana Braida, quella fondata da Giacomo Bologna, che Raffaella conduce con il fratello Beppe e tutta la sua famiglia.
Sintetico il testo a corredo di alcune foto.
Eccolo: “Quando all’ICE dimenticano l’uva più antica del Piemonte nella comunicazione a ProWein. GRIGNOLINO” è stato apposto su post it! Meravigliosa è la Signora Elisabetta Currado (è un’enologa ndr) che chiama e dice “occupiamo lo stand dell’Ice che arriva un ambasciatore e porta una bottiglia di Grignolino che lo facciamo bere a tutti !!!”. Eccomi! Eccoci! Intervistati tutti su Italian Wine Podcast”.
Di seguito foto della Currado che appone il post-it “riparatore” sul tabellone che reca i marchi dell’ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, dove tra i vini rossi piemontesi manca il Grignolino, insieme alle foto dei produttori di Grignolino che alzano orgogliosamente le loro bottiglie.
Ora, ovviamente, ci sarebbe materiale per polemizzare sulla dimenticanza, ma servirebbe a poco. Sarebbe, invece, utile dare seguito alla nostra proposta, quella, che abbiamo pubblicato qui qualche giorno fa (leggi qui), di inviare una cantinetta di vini piemontesi alle ambasciate, ai consolati e agli Istituti italiano di Cultura nel mondo e magari anche al Ministero degli Esteri.
Sarebbe un buon promemoria, fuor di polemica, per non dimenticare ed evitare errori.
fi.l.