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Torino e il The World’s 50 Best Restaurant. La sera delle stelle della cucina. Il Lingotto come il Dolby Theatre di Los Angeles agli Oscar del Cinema. Cirio (Regione) agli chef mondiali: «Questa è casa vostra»

Red carpet, abiti da sera, cocktail di benvenuto (con vini e cibo piemontesi), ospiti vip e meno vip, sfilata di personalità e autorità, premiazioni con discorsi, emozioni e lacrime.

Sembrava davvero di essere a Los Angeles alla notte degli Oscar, giovedì sera (19 giugno) all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, nel cuore di quella che fu la Torino dell’Auto e che oggi si è presentata come capitale europea della cucina d’autore internazionale per merito di The Word’s 50 Best Restaurants, la rassegna che ogni anno premia i migliori 50 ristoranti al mondo.

L’anno scorso l’evento si tenne a Las Vegas, quest’anno si è svolto a Torino. Non solo migliaia chilometri e un oceano di distanza, ma anche un abisso in fatto di cultura culinaria e di territorio.

Ieri, per la cronaca, tra i 50 “best”, il primo posto è andato al peruviano-giapponese “Maido” di Lima con Asia e Sud America che hanno fatto la parte del leone.

Gli italiani in classifica nella top50 sono risultati 6: Lido 84, Reale, Atelier Mossmer, Le Calandre, Piazza Duomo (unico piemontese) e Uliassi. A Massimo Bottura dell’Osteria Francescana e alla moglie Lara Gilmore l’Icon Award. La lista ufficiale della top50 qui.

La manifestazione è stata fortemente voluta dalla Regione Piemonte con il presidente Alberto Cirio che, accogliendo gli chef giunti a Torino da tutto il mondo, ha ricordato la vocazione al gusto del Piemonte. «Torino e il Piemonte da oggi sono casa vostra» ha detto.

Tra gli intervenuti anche John Elkann, nipote dell’Avvocato Gianni Agnelli, con assessori e consiglieri della Regione Piemonte.

Tutti i vini piemontesi che si sono degustati alla manifestazione, dall’aperitivo di benvenuto all’after party, sono stati forniti da Piemonte Land of Wine, il super Consorzio (presidente Francesco Monchiero) che raggruppa i Consorzi di tutela vitivinicoli del Piemonte. Quasi mille bottiglie tra Barolo e Barbaresco, Roero e Barbera d’Asti, Moscato d’Asti, Brachetto d’Acqui, Alta Langa e Erbaluce di Caluso. «Le nostre denominazioni sono state tutte rappresentate» fanno sapere da Piemonte Land.

Qui sotto le nostre interviste a Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine; a Sergio Germano, al presidente del Consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani; e al produttore canavesano, Luca Leggero.

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