
La minaccia del Presidente Donald Trump di applicare dazi fino al 200% sui vini europei se la UE non toglierà l’extratassa del 50% sul wiskey americano applicati dopo che gli USA avevano extratassato acciaio e alluminio prodotto in Europa, non sta spaventando solo le filiere vinicole europee.
Timori sono stati espressi in questi giorni anche dai produttori vinicoli statunitensi. In particolare dal Wine Institute californiano, l’unica organizzazione statunitense che promuove il vino a livello statale, federale e internazionale e che riunisce oltre mille aziende vinicole e aziende affiliate per, come si legge nella presentazione, «supportare la difesa legislativa e normativa, lo sviluppo del mercato internazionale, le relazioni con i media, la ricerca scientifica e i programmi educativi che avvantaggiano l’intera industria vinicola della California».
In una nota pubblicata sul suo sito web WI ha dichiarato in risposta alla recente escalation della disputa in corso tra Stati Uniti e Unione Europea su acciaio e alluminio: «Per quasi 25 anni, Wine Institute ha sostenuto fermamente il principio “Wine for Wine” secondo cui il vino non dovrebbe essere preso di mira per ritorsioni in dispute non correlate al vino. La disputa attuale non ha mai riguardato il vino e queste tariffe danneggeranno solo il settore vinicolo più ampio, compresi agricoltori, viticoltori, distributori, rivenditori e milioni di persone che lavorano nella filiera estesa del vino. Wine Institute esorta entrambi i governi a lavorare per una soluzione su acciaio e alluminio».
Forti preoccupazione per questa escalation di dazi reciproci tra USA, Unione Europea e anche Canada che hanno coinvolto vino e alcolici è stata espressa anche dai ristoratori americani. Tanto che c’è anche chi negli States si sta chiedendo quale potrebbe essere l’impatto della guerra dei dazi trumpiana per le aziende vinicole e i ristoranti americani.
In questo senso la U.S. Wine Trade Alliance (USWTA), una coalizione di aziende vinicole, grossisti, ristoranti e rivenditori, contrari alle tariffe, si è riunita un giorno prima che Trump annunciasse possibili dazi sui vini europei. In quella occasione, come riportato dal sito di Wine Spectator (il link originale qui) ristoratori e manager vinicoli hanno spiegato come il vino importato sia una fonte fondamentale di entrate per i ristoranti USA, «Soprattutto con i costi del cibo e della manodopera così elevati in questo momento» hanno sostenuto.

Lo scenario descritto dagli operatori USWTA diventa ancora più complicato quando si parla di consumatori. «I dazi – è stato detto – significherebbero prezzi notevolmente più alti sui vini importati. Ma è ancora più probabile che molti vini importati semplicemente sparirebbero dal mercato, incapaci di attrarre acquirenti al triplo del loro prezzo normale». E inoltre: «Le aziende vinicole nazionali non hanno visto un aumento significativo delle vendite quando sono state introdotte extra tariffe del 25% su alcuni vini dell’UE durante la prima amministrazione Trump».
D’altra parte c’è chi invita alla prudenza. «I dazi non sono stati ancora applicati. Aspettiamo di vedere quando, come e quanto lo saranno» sostengono alcuni operatori americani. I primi giorni di aprile dovrebbero essere cruciali.
fi.l.
(foto da https://discovercaliforniawines.com/)