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Vino. Il Consorzio dei Vini d’Acqui rinnova il CDA. Paolo Ricagno (Vecchia di Alice) confermato presidente

Paolo Ricagno, presidente della Vecchia Cantina di Alice e Sessame, è stato confermato nella carica di presidente del Consorzio dei Vini d’Acqui. Vicepresidenti sono Massimo Marasso in rappresentanza delle case Spumantiere e Andrea Botto dell’azienda agricola Botto di Ricaldone in rappresentanza della parte Agricola.

In questi giorni il Consorzio dei Vini d’Acqui, l’ente che tutela e promuove vini del territorio tra Acquese e Astigiano come il Brachetto d’Acqui, l’Acqui docg, e il Dolcetto d’Acqui Doc, ha rinnovato il Consiglio di Amministrazione.

Del nuovo CDA fanno parte in rappresentanza dei produttori di uva: Mauro Olivieri, Andrea Botto, Marika Brandone.

Per i vinificatori consiglieri sono: Paolo Ricagno (Vecchia cantina di Alice Bel Colle)  Filippo Mobrici (Bersano Vini), Daniela Pesce (Cantina La Maranzana), Fabio Marian (Cantina La Torre di Castel Rocchero), Alberto Canino (Tosti1820). Consiglieri per le Case Spumantiere: Antonio Massucco (Banfi), Paolo Gennero ( F.lli Gancia), Massimo Marasso (F.lli Martini) e Gianfranco Santero (958 Santero).

I nuovi consiglieri hanno poi espresso il voto per il presidente. Paolo Ricagno, presidente della Cantina Vecchia Alice e Sessame di Alice Bel Colle, è stato riconfermato nella carica che ricopre da diversi mandati. Un segno di continuità in un momento non facile per il vino piemontese e italiano che, da tempo sta subendo i contraccolpi commerciali dovuto a crisi economiche, cambiamento climatico, situazione geopolitica e guerre commerciali.

«Cautela e visione devono essere le parole d’ordine per affrontare le sfide che ci attendono – ha detto Paolo Ricagno -. Oggi, ha aggiunto, servono decisioni strategiche non solo per limitare eventuali crisi, ma anche e soprattutto per programmare iniziative e progetti che tutelino tutta la filiera, senza distinzioni, dai vignaioli, che hanno diritto a un reddito dignitoso, alle industrie vinicole che hanno bisogno di competitività per conservare e incrementare la loro presenza sui mercati nazionale e estero. Quello che ci deve spingere, come ho sempre ribadito, è un obiettivo comune, un concetto in cui dobbiamo credere fermamente per garantire il futuro a uno dei vini più iconici del Piemonte e apprezzati d’Italia».

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