Bella scoperta: conti salati nei ristoranti “stellati”, ma anche pizzerie e winebar non scherzano. Però nessuno ne parla

inserito il 4 Febbraio 2009

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La Stampa riporta la triste storia della querelle tra uno chef stellato, Carlo Cracco, e un manager suo cliente, che chissà perché non viene citato con nome e cognome. Quest’ultimo si è rifiutato di pagare un conto da poco più di quattromila euro (otto milioni delle vecchie lirette) per una cena di sei persone a base di tartufo bianco d’Alba e vini pregiati.

Bella scoperta!

I locali cari costano una schioppettata…

La questione comunque, come era prevedibile, è finita in tribunale e sui giornali.

Cracco non ci sta a fare la figura del furbastro dei fornelli, il manager non ci sta a fare la figura del fesso.

Ora, mettendo da parte le questioni relativa alla quotazione dei tartufi e dei vini serviti, c’è da considerare come a fronte di una cena “salata” non fanno, ancora, notizia i tanti salassi che accadono in bare e pizzerie.

Qualche esempio?

Nell’Astigiano, qualche sera fa, un gruppo di 6 papà ha accompagnato a cena i rispettivi figli reduci da un torneo di calcio. A tavola c’erano 12 persone, 6 adulti e 6 bambini di età tra i 10 e gli 11 anni. Menù: antipasto di mare, grigliata mista di pesce, bibite per i bimbi e quattro bottiglie di un bianco firmato delle Langhe, per gli adulti. Conto finale: 35 euro a testa (70 mila del vecchio conio), piccoli calciatori compresi. Mah…

Altro esempio: bar di tendenza in una cittadina della provincia di Asti. Al tavolo servono l’aperitivo, due calici di spumante brut (3,5 euro l’uno) e altrettanti coppe di un analcolico alla frutta (5 euro cadauno). Di contorno qualche fetta di salame dozzinale e quadratini di focaccia avanzata dalle colazioni. Scontrino a 17 euro, circa 34 mila delle vecchie lire.

Senza contare il “caro pizza” di cui si è parlato anche al convegno organizzato a Maiori (Salerno) a fine ottobre 2008, nel corso del quale alcuni iscritti alla Apes (associazione di pizzaioli) hanno ammesso “esagerazioni da parte di colleghi che fanno pagare troppo la pizza”.

Infine alcuni segnali positivi: due ristoranti stellati piemontesi: il San Marco di Canelli e il Gener Neuv di Asti che propongono rispettivamente menù a tema a prezzi calmierati e serate  “low cost” per i giovani; il Circolo del Sale di Mombaldone, tra Astigiano e Acquese, che propone cene con menù definito (antipasto, piatto unico, dolce, vino e caffé) a 20 euro a persona; e il Comune di Torino che rilancia anche quest’anno il “menù d’Argento” per pasti tra i 10 e i 26 euro riservati agli over 60.

Fate vobis.

Filippo Larganà – filippo.largana@libero.it

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