Il nuovo Codice della Strada, che prevede norme stringenti sull’abuso di alcol compreso l’obbligo degli etilometri nei ristoranti, potrebbe diventare legge tra una ventina di giorni.
La notizia ha avuto grande rilievo sul Messaggero. Il quotidiano romano nella sua edizione del 23 gennaio 2010 riferisce che la Commissione Lavori pubblici del Senato, presieduta dal senatore ligure Luigi Grillo, avrebbe riscritto il nuovo Codice stradale, indicando paletti e regole scaturite da un confronto bipartisan. Il ddl sarebbe in dirittura d’arrivo e, se ci saranno le coperture necessarie da parte del Ministero dell’Economia, potrebbe essere votato già tra una ventina di giorni e diventare legge.
Tra le nuove norme che dovrebbero essere approvate a breve, oltre a quelle che alzano il limite di velocità in autostrada a 150 orari, la divisione 50-50 dei proventi delle multe tra enti stradali e Comuni, ci sono massicci divieti che riguardano il consumo di alcol: tasso alcolico zero per camionisti e neopatentati (per tre anni dal rilascio della patente) con multe pecuniarie fino a 600 euro che raddoppiano in caso di incidente, il divieto di vendere a notte fonda (dalle 3 di notte) vino, birra e superalcolici e, soprattutto, l’obbligo per ristoranti e locali di mescita di dotarsi dei cosiddetti precursori, mini etilometri, che misurano quanto alcol si è ingerito. L’esame potrà essere solo consigliato ai clienti. A quel punto il commensale che avrà accettato di soffiare nell’etilometro, se avrà superato il limite, potrà decidere se mettersi al volante rischiando, nella migliore delle ipotesi sanzioni e denunce, e nella peggiore incidenti anche gravi, oppure aspettare di aver smaltito l’alcol in eccesso.
Non è ancora dato sapere chi dovrà controllare che i locali abbiano davvero gli etilometri e soprattutto propongano effettivamente l’esame ai commensali consumatori di alcol.
Alcune settimane fa noi di Sdp a questo proposito avevamo intervistato proprio il presidente della Commissione, Luigi Grillo (Pdl), tra l’altro produttore di vino con la sua azienda nelle Cinqueterre. A lui avevamo girato dubbi e perplessità del mondo della ristorazione e del vino che, già in crisi per la congiuntura mondiale, si sente ingiustamente colpito da norme che vengono interpretate come limitazioni al proprio lavoro e alla possibilità di vendere e mescere vino.
Grillo aveva risposto che anzi l’obbligo degli etilometri nei ristoranti avrebbe agevolato i ristoranti, favorendo il consumo più consapevole. Edi Sommariva, direttore generale della Fipe-Confcommercio, intervistato da Sdp, aveva confermato le durissime critiche al ddl da parte del settore. (vedi questo link: https://www.saporidelpiemonte.net/blog/?p=1436). Non erano mancate le proteste dei ristoratori piemontesi, qualcuno aveva perfino proposto una missione a Roma per manifestare davanti a Palazzo Madama (vedi: https://www.saporidelpiemonte.net/blog/?p=1513).
Ora, però, quel ddl potrebbe diventare legge dello Stato e i ristoratori, d’intesa con i produttori di vino, dovranno adeguarsi inventandosi nuove tecniche di vendita e mescita. Magari dando ascolto a imprenditori abili e lungimiranti, come Oscar Farinetti, patron di Eataly, i supermercati del gusto, e di maison vinicole di pregio, come Mirafiore-Fontanafredda, che ha lanciato sul mercato i suoi “Volumi Bollati”, bottiglie da mezzo litro, un litro e un litro e mezzo. «La mezza bottiglia – ha detto – è ottima per due persone, le altre per 4 e per 6. E alla fine, se si rispettano le dosi, anche chi non è proprio grassottello, bevendo due calici di vino ha 0,28 di alcol nel sangue. Se poi beve un buon chinotto Lurisia (Farinetti partecipa la famosa società piemontese di acque minerali) l’alcol scende a 0,20».
Viva il chinotto!
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Ok Giovanni, però non facciamo prendere dalla solita vocazione al mugugno. Hai ragione a tirare in ballo i ministri (anche se la Prestigiacomo è all’Ambiente, al Turismo c’è la Brambilla) il cui silenzio su queste cose è davvero assordante. Io chiederi (e Sdp li tirerà in ballo quanto prima) che diamine fanno i parlamentari piemontesi che quando c’è da far casino sono i primi a defilarsi con mille scuse. Per la verità il ministro agricolo, il veneto e prosecchista Luca “grease” Zaia ha provato più di una volta a far capire che un paio di bicchieri di vino non impediscono di mettersi al volante. Ma da quando lo danno candidato alla Regione Veneto ha diradato gli interventi sull’abuso di alcol. Una combinazione? Mah…
Bene! questi sono i politici che abbiamo scelto di votare… Tra l’altro il senatore Grillo (oggi Berlusconiano ma ex democristiano) se non erro,si era già distinto per una proposta di legge che “liberalizzava” la caccia anche nelle aree di particolare pregio naturalistico (Parchi, Riserve etc) senza tenere in nessuna considerazione le esigenze del comparto agrituristico e la sicurezza delle persone che amano fare una passeggiata nei boschi o in campagna. Ministri del turismo Prestigiacomo e dell’agricoltura Zaia se ci siete battete un colpo!!!