Rivelazione. Bosco (Ctm): «Il Consorzio di Canelli evitò l’Asti fatto anche con la barbera»

inserito il 20 Gennaio 2010

Sul secondo Consorzio dell’Asti che operò a Canelli per un breve periodo quarant’anni fa riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento di Giovanni Bosco del Coordinamento Terre del Moscato (Ctm).Lo stesso testo si trova nei commenti al servizio che abbiamo pubblicato in anteprima qualche giorno fa. Ecco la testimonianza di Bosco.

«In quel periodo (a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 ndr) lavoravo come impiegato presso la ditta Ariano di Santo Stefano Belbo e mi ricordo che il Consorzio di Asti aveva proposto per l’approvazione a Roma il disciplinare dell’Asti Spumante. Si prevedeva il taglio del moscato con una percentuale di barbera in quanto il moscato di allora era troppo dolce e mancava di acidità. Il Consorzio di Canelli (quello di cui ha parlato Sdp ndr) non era d’accordo e fece una controproposta dove non si prevedeva nessun taglio. Lavorai tutta una notte per battere a macchina un nuovo statuto che al mattino gli On. Sarti, Bima e altri parlamentari piemontesi presentarono a Roma e riuscirono a farlo approvare. Così grazie al Consorzio di Canelli l’Asti Spumante (allora il Moscato d’Asti era praticamente inesistente) non subì nessun taglio a barbera. Fu una grande vittoria a dimotrazione che in alcuni casi due enti sono meglio di uno solo».

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